Non del tutto convincente Chichibio e la gru al Teatro Goldoni di Livorno

di Gabriele Isetto



Al Teatro Goldoni di Livorno per il progetto “Opera oggi” è andato in scena lo spettacolo Chichibio e le gru che poteva anche regalare di più. Il progetto in questione, promosso dal Teatro Goldoni, ha lo scopo di far conoscere al pubblico opere poco note ed emergenti come nel caso di quest’opera con le musiche di Maurizio Agostini, mentre il libretto è stato scritto da Maria Carla Curia.
L’intenzione è sicuramente buona anche se non pienamente riuscita. Stefano Mecenate, regista di questo allestimento, ha cercato, riuscendoci a metà, di rimanere fedele all’epoca in cui si svolge la vicenda della novella, infatti l’aspetto visivo dello spettacolo è risultato non del tutto convincente, soprattutto nei costumi, alcuni molto belli della sartoria Cerratelli, mentre altri creati per l’occasione ma con qualche difetto: i camerieri in giacca e cravatta ed i cuochi con scarpe da tennis (nel XIV secolo?). Meglio per quanto riguarda la scenografia e gli elementi scenici che, grazie anche alle videoproiezioni, aiutano a capire l’ambientazione della racconto.
La cosa migliore dello spettacolo è stata senza dubbio l’Orchestra del Conservatorio “P. Mascagni” di Livorno che è stata guidata con eleganza e maestria dal Maestro Lorenzo Sbaffi che, con la sua bacchetta, ha fatto conoscere la bella musica di questa nuova composizione.


Buona la prova del coro, composto dalla Classe IV A del Liceo Musicale “Niccolini Palli” di Livorno che ha ravvivato l’insieme della rappresentazione.
In scena solamente quattro cantanti che se la sono cavata bene nei rispettivi ruoli: Javier Luis Garcia Jimenez (Chichibio), Seo Hyungju (Brunetta), Marco Benucci (Messere) e Giuseppe Scazzi (Menestrello). Tutti si sono rivelati essere dei buoni interpreti, con un buon timbro vocale e buona presenza scenica.
Nel complesso uno spettacolo vedibile che ha il pregio di portare alla ribalta una novità.

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