Andrea Chénier: quando la Rivoluzione Francese diventa protagonista dello spettacolo

di Gabriele Isetto



Alcuni spettatori potrebbero dire che l’allestimento dell’Andrea Chénier, per la regia di Andrea Cigni e andato in scena al Teatro del Giglio di Lucca, è stato “polveroso”. Questo è vero, ma non può essere fatto altrimenti perché l’epoca in cui si svolge la vicenda, la Rivoluzione Francese è la protagonista, infatti, nel libretto di Luigi Illica troviamo moltissimi riferimenti a questo periodo storico che sconvolse le varie classi sociali e non a caso storicamente si parla di Regime del Terrore e, anche secondo il parere di molti studiosi, quest’opera non può essere adattata ad altre epoche perché non avrebbe senso.


Tutte queste emozioni non le ritroviamo solo nelle passioni dei personaggi, ma soprattutto nella bella scenografia curata da Dario Gessati, che diventa protagonista della messinscena: nel primo atto vediamo una rappresentazione perfetta e sfarzosa dell’aristocrazia, che piano piano si sgretola per diventare più cruda e realistica nel terzo atto nella scena del Tribunale rivoluzionario. Anche i costumi di Chicca Ruocco richiamo al meglio il periodo storico della vicenda.


Ottima la bacchetta di Francesco Pasqualetti che dirige l’Orchestra Filarmonia Veneta e, anche se la partitura non è semplice da eseguire, il Maestro ci riesce con tempi insistenti e molto vivaci.
Nulla da dire sul Coro Arché diretto da Marco Bargagna se non, bravi! Con la loro voce e il loro portamento scenico i coristi hanno saputo rendere molto bene l’idea del popolo perseguitato dal Regime del Terrore. 


Samuele Simoncini si è rivelato un ottimo Andrea Chénier con un bellissimo timbro vocale e buona presenza scenica; Perfetta anche la Maddalena di Federica Vitali con un timbro metallico e asciutto, ottenendo moltissimi applausi finali e a scena aperta durante la sua aria «La mamma morta»; Egregia la prova di Kim Gangsoon (Carlo Gérard) con una potenza vocale sicura e buona presenza scenica. Questi sono i tre protagonisti attorno a cui ruota tutta la vicenda, ma ce ne sono altri, alcuni dei quali realmente esistiti. I rispettivi interpreti si sono calati alla perfezione nei loro panni: Shay Bloch (Bersi), Alessandro Abis (Roucher), Fernando Cisneros (Mathieu/Fléville), Alessandra Palomba (Contessa di Coigny/Madelon), Marco Miglietta (Incredibile/Abate poeta), Gianluca Lentini (Schmidt/Fouquier) e Giorgio Marcello (Maestro di casa/Dumas).
Niente da eccepire, un ottimo spettacolo.
 
Le foto a corredo dell’articolo sono di © Kiwi

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