Dario Argento: la genesi dei suoi film
di
Gabriele Isetto
Dario
Argento è considerato uno dei maestri del thriller italiano. I suoi film non
sono solo gialli ma si avvicinano all’horror e andando avanti con gli anni sono
diventati quasi splatter.
Lo
scorso anno presso il Museo Nazionale del Cinema di Torino è stata allestita
una mostra dedicata a questo regista.
All’esposizione ha fatto seguito un esaustivo catalogo, curato da Domenico De Gaetano e Marcello Garofalo, edito da Silvana Editoriale. Proprio sul catalogo voglio soffermarmi in questo articolo.
Il volume espone in maniera molto dettagliata il lavoro di Argento e di come sono stati realizzati i suoi film. Possiamo definire questo libro un dietro le quinte che ci permette di conoscere al meglio i lavori del regista.
La prima parte è una raccolta di saggi critici che spiegano al lettore come Dario Argento si approccia al suo lavoro e in particolare ci si concentra su come abbia cambiato il genere del giallo italiano, trasformandolo in suspense, con il suo primo film L’uccello dalle piume di cristallo (1970). Proseguendo nei saggi viene messo in luce il ruolo che le donne rivestono all’interno delle sue pellicole e di come, spesso, abbiano un ruolo oscuro, sono assassine, come ad esempio Profondo rosso (1975) e Trauma (1993). Altro saggio, che ho trovato interessante e che vorrei mettere in evidenza, è quello dedicato ai luoghi in cui sono ambientati i film e che diventano essi stessi “protagonisti”, vista la grande attenzione che Dario Argento pone alla cura visiva ed è sempre alla ricerca di luoghi particolari e suggestivi che ritrova anche in altre città diverse da quella dove la vicenda è ambientata, come nel caso di Profondo rosso la cui trama è ambientata a Roma, ma molte delle riprese sono state fatte a Torino.
Proseguendo nella lettura del volume si arriva al vero e proprio catalogo della mostra, ovvero quello che i visitatori hanno potuto vedere in esposizione: oggetti di scena, costumi, foto di scena, bozzetti e figurini.
Altra parte che ho trovato esaustiva ed interessante è quella che riguarda una serie di interviste ai collaboratori del Maestro e del loro rapporto con il regista. A coronamento finale un’intervista proprio a Dario Argento che racconta di come sono nati tutti i suoi film, come si sono sviluppati e di come sia proprio il caso di parlare di horror dal momento che, come dice lo stesso regista, è sempre stato un fan di Edgar Allan Poe.
Il volume si chiude con la filmografia completa dove per ogni titolo troviamo la trama, il cast e tutte le altre figure (produttori, scenografi, costumisti, fonici, montatori ecc.) che lavorano “nell’ombra” per realizzare un film, ma che indubbiamente contribuiscono a renderlo grande.
All’esposizione ha fatto seguito un esaustivo catalogo, curato da Domenico De Gaetano e Marcello Garofalo, edito da Silvana Editoriale. Proprio sul catalogo voglio soffermarmi in questo articolo.
Il volume espone in maniera molto dettagliata il lavoro di Argento e di come sono stati realizzati i suoi film. Possiamo definire questo libro un dietro le quinte che ci permette di conoscere al meglio i lavori del regista.
La prima parte è una raccolta di saggi critici che spiegano al lettore come Dario Argento si approccia al suo lavoro e in particolare ci si concentra su come abbia cambiato il genere del giallo italiano, trasformandolo in suspense, con il suo primo film L’uccello dalle piume di cristallo (1970). Proseguendo nei saggi viene messo in luce il ruolo che le donne rivestono all’interno delle sue pellicole e di come, spesso, abbiano un ruolo oscuro, sono assassine, come ad esempio Profondo rosso (1975) e Trauma (1993). Altro saggio, che ho trovato interessante e che vorrei mettere in evidenza, è quello dedicato ai luoghi in cui sono ambientati i film e che diventano essi stessi “protagonisti”, vista la grande attenzione che Dario Argento pone alla cura visiva ed è sempre alla ricerca di luoghi particolari e suggestivi che ritrova anche in altre città diverse da quella dove la vicenda è ambientata, come nel caso di Profondo rosso la cui trama è ambientata a Roma, ma molte delle riprese sono state fatte a Torino.
Proseguendo nella lettura del volume si arriva al vero e proprio catalogo della mostra, ovvero quello che i visitatori hanno potuto vedere in esposizione: oggetti di scena, costumi, foto di scena, bozzetti e figurini.
Altra parte che ho trovato esaustiva ed interessante è quella che riguarda una serie di interviste ai collaboratori del Maestro e del loro rapporto con il regista. A coronamento finale un’intervista proprio a Dario Argento che racconta di come sono nati tutti i suoi film, come si sono sviluppati e di come sia proprio il caso di parlare di horror dal momento che, come dice lo stesso regista, è sempre stato un fan di Edgar Allan Poe.
Il volume si chiude con la filmografia completa dove per ogni titolo troviamo la trama, il cast e tutte le altre figure (produttori, scenografi, costumisti, fonici, montatori ecc.) che lavorano “nell’ombra” per realizzare un film, ma che indubbiamente contribuiscono a renderlo grande.