Cavalleria rusticana e Gianni Schicchi legate da un sogno

di Gabriele Isetto

Cavalleria rusticana


Il Festival Mascagni di Livorno 2024 si è concluso con il dittico Cavalleria rusticana e Gianni Schicchi,serata che ha unito due compositori toscani: Pietro Mascagni e Giacomo Puccini.
Perché è stata fatta questa scelta di unire due titoli molto diversi tra loro? Ce lo spiega Marco Voleri, direttore artistico del Festival Mascagni: «due titoli, due universi, due modi di raccontare la vita. Eppure, eccoli qui, uno accanto all’altro, a formare un dittico che ci parla del meglio e del peggio di noi.».

Gianni Schicchi

Il regista Giandomenico Vaccari ha fatto un buon lavoro trovando un filo conduttore tra queste due opere. La serata si è aperta con Cavalleria e, sulle note dell’Overture e poi nell’Intermezzo, vediamo il personaggio di Buoso Donati (protagonista del Gianni Schicchi) percorrere il palcoscenico come in un sogno, come se lui stesso sognasse l’opera di Mascagni.
Il maestro Marcello Mottadelli ha diretto le due opere ottenendo un ottimo riscontro da parte del pubblico, dimostrato durante gli applausi finali e a scena aperta. Con la sua maestria ha saputo “raccontare” la musica dei due compositori, dando a ognuna la giusta interpretazione e la giusta vitalità, una più drammatica e una più giocosa.

Cavalleria rusticana

Presente solo in Cavalleria ma come sempre perfetto il coro del Teatro Goldoni, guidato da Maurizio Preziosi. Da sottolineare la buona scelta registica per quanto riguarda il finale dell’opera: prima della morte di Turiddu, tutti i componenti del coro si siedono su delle panche laterali come se guardassero uno spettacolo teatrale ammutoliti da quello che sta succedendo.
Una grande differenza nella scenografia e nei costumi tra le due opere. La Cavalleria è ambientata nell’Ottocento e la scenografa Marina Conti ha ideato una grande struttura centrale con un crocifisso che simboleggia la chiesa. Invece per il Gianni Schicchi, dove l’azione è stata spostata dal 1299 agli anni Sessanta, la stessa struttura è stata “coperta” dalle pareti della casa di Buoso Donati. Buoni anche i costumi della Sartoria Teatrale Bianchi che rispecchiano le epoche scelte dal regista.

Gianni Schicchi

Numeroso il cast e ognuno ha brillato nel proprio ruolo. Tra tutti si sono però distinti: Massimo Cavalletti (Alfio e Gianni Schicchi), Donata D’Annunzio Lombardi (Santuzza), Paolo Lardizzone (Turiddu), Valentina Pernozzoli (Mamma Lucia e Zita), Mariangela Zito (Lola) e Ding Yu (Rinuccio). Voglio poi nominare anche tutti gli altri: Simona Pia Ritoli (Lauretta), Pedro Pires (Gherardo), Sara Fogagnolo (Nella), Omar Falaschi (Gherardino), Marcandrea Mingioni (Betto), Bozhidar Bozhkilov (Simone), Hitoshi Fujiyama (Marco), Federica Venturi (La Ciesca), Arsène Min Kuang (medico), Michele Pierleoni (Ser Amantio di Nicolao) e Pavel Morgunov (Guccio).
La serata è stata veramente un successo, dimostrato dai calorosi applausi finali.
 
Le foto a corredo dell’articolo sono di © Foto Baldanzi / Festival Mascagni

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