L’ispettore generale: una commedia satirica sempre attuale
di
Gabriele Isetto
Nel
1836 il drammaturgo russo Nicolàj Gogol’ scrisse la sua commedia più famosa
intitolata L’ispettore generale,
conosciuta anche con il titolo Il
revisore. Si parla di commedia ma in realtà non è esatto e dovremmo
definirla satira perché, con questo lavoro, l’autore denuncia e smaschera, attraverso
il riso, tutti i mali della società a lui contemporanea, uno su tutti la
corruzione. L’aver scritto questa commedia però gli causò non pochi problemi con
l’impero zarista.
Il
tema della corruzione è attuale tutt’oggi e il bravo regista Leo Muscato ha
realizzato uno spettacolo davvero divertente ma che fa anche riflettere. Buona
la trovata finale in cui viene strizzato l’occhio e fatto un omaggio proprio a
Gogol’.
La storia, molto semplice da seguire, narra di un giovane sfaccendato, scambiato per un severo funzionario di Pietroburgo inviato a ispezionare l’amministrazione nelle province, ma che in realtà altri non è che un viaggiatore casualmente di passaggio da questa cittadina. Da tutto ciò nasceranno malintesi che si risolveranno con un finale che non poteva essere altrimenti.
La storia, molto semplice da seguire, narra di un giovane sfaccendato, scambiato per un severo funzionario di Pietroburgo inviato a ispezionare l’amministrazione nelle province, ma che in realtà altri non è che un viaggiatore casualmente di passaggio da questa cittadina. Da tutto ciò nasceranno malintesi che si risolveranno con un finale che non poteva essere altrimenti.
Un
ottimo cast ha dato vita dunque ai personaggi di questa divertente trama. Il
podestà della cittadina è interpretato magistralmente dall’eccezionale Rocco
Papaleo che sa reggere perfettamente la scena. Ottima l’interpretazione di
Daniele Marmi (Chelestakov, il viaggiatore) attorno a cui ruota tutta la
vicenda, in particolare la sua mimica facciale è stata molto convincente. Più che
simpatica la coppia dei due bravissimi attori: Michele Schiano Di Cola
(Dobcinsky) e Michele Cipriani (Bobcinskij) una sorta di Pinco-Panco e
Panco-Pinco disneyani . Molti i personaggi della vicenda e tutti interpretati
in maniera molto convincente da attori ben calati nei loro ruoli: Giulio
Baraldi (Osip), Marta Dalla Via (Moglie), Letizia Bravi (Figlia), Marco Gobetti
(Giudice), Gennaro Di Biase (Sovrintendente Opere Pie), Marco Vergani
(Direttore Scolastico), Marco Brinzi (Ufficiale postale), Elena Aimone (Medico,
Vedova e Cameriera) e Salvatore Cutrì (Attendente e Mercante).
Funzionale
al testo e ben realizzato l’aspetto visivo curato da Andrea Belli, con la bella
scenografia che dava proprio l’idea di un paesaggio russo: al centro una
struttura ruotante dove di volta in volta si alternavano i vari ambienti della
vicenda e ai lati del palcoscenico delle case che sembravano fatte di ghiaccio.
Anche i costumi di Margherita Baldoni hanno contribuito a quest’idea di
trovarsi al tempo degli zar: pellicce, ushanka e abiti tipici. In tutto questo
non è mancata la neve che cadeva dall’alto.
Lunghi
sono stati gli applausi finali che hanno dimostrato il meritato successo di
questo spettacolo.