Norma: dalla dimensione classica a quella romantica
di
Gabriele Isetto
La
stagione 2022/2023 del Teatro Verdi di Pisa è stata inaugurata con un bel
titolo del repertorio operistico italiano, la Norma di Vincenzo Bellini, in un particolarissimo allestimento per
mano di Elena Barbalich che ha un po’ diviso il pubblico tra chi ha apprezzato
questa messinscena e chi avrebbe preferito una versione più classica.
Il
giovane direttore d’orchestra Alessandro Bonato riesce a rendere la partitura
molto veloce e passionale privilegiando l’imponenza della musica senza mai
abbassarne il ritmo fin dall’inizio con l’Overture;
il tutto è stato perfettamente eseguito dall’Orchestra I Pomeriggi Musicali.
Ben
preparato e molto ferrato il coro OperaLombardia, guidato da Massimo Fiocchi
Malaspina, che con fortissime tonalità ha ben eseguito il momento clou del secondo atto «Guerra, guerra!
le galliche selve».
Nella
trama di Norma ci sono due categorie
di personaggi, da una parte i Druidi e dall’altra i Romani e di conseguenza
vorrei dividere i cantanti in queste due “classi”: Iniziando dai Druidi, la
protagonista è stata magistralmente interpretata da Berna Perles che già dalla
sua prima aria «Casta Diva» ha guadagnato grandi applausi dal pubblico. Brava
Veta Pilipenko che con la sua bella voce e recitazione rende credibile il
personaggio di Adalgisa, la giovane ministra del tempio. Eccellente Alessandro
Spina, nel ruolo del capo dei Druidi Oroveso, che dona al suo personaggio una
bella potenza sia vocale che recitativa e mimica. Apprezzata per il suo timbro
vocale Benedetta Mazzetto immedesimatasi molto bene nel personaggio di
Clotilde, la confidente di Norma. Passando invece ai Romani troviamo solamente
due personaggi: Pollione, il Preconsole di Roma, che è stato portato in scena
da un ottimo Antonio Corianò con una potete voce e un bel portamento scenico.
L’altro personaggio che vediamo è Flavio, il migliore amico di Pollione, qui
interpretato da Raffaele Feo che ha ben superato questa prova.
A
suo modo è stato molto bello l’aspetto visivo dello spettacolo le cui scene e i
costumi sono stati ideati da Tommaso Lagattolla, anche se forse non si ravvisa
chiaramente l’ambientazione di Norma.
Abbiamo infatti una scenografia quasi avulsa dal tempo con un grande cerchio
luminoso che inizialmente rappresenta la luna, ma che nel bel finale dell’opera
si illumina di rosso insieme all’intera scena, per simboleggiare il rogo
destinato a Norma e Pollione. Anche i costumi sono collegati alla messinscena e
incentrati principalmente su tre tonalità di colori: il nero per i Romani, il
bianco per i Druidi e il blu per l’abito di Norma.
Molti
forse si chiederanno il perché la regista abbia voluto cambiare la classica
collocazione temporale dello spettacolo, ce lo spiega lei stessa nelle note di
regia, in quanto considera quest’opera un capolavoro della musica incentrata
sulla dimensione romantica, tenendo ben presente la data della prima
rappresentazione e cioè il 1831.
Le
foto a corredo dell’articolo sono di ©Studio Pixel - Pisa