Il rapporto tra il Teatro alla Scala e la critica
di Gabriele Isetto
Il 4 maggio, dopo un anno di chiusura, finalmente ha riaperto il
Museo Teatrale alla Scala e i visitatori possono cogliere l’occasione per
andare a vedere la mostra Va pensiero. Il
mito della Scala tra cronaca e critica curata dal regista di fama
internazionale Pier Luigi Pizzi. Il percorso espositivo racconta il rapporto
tra il Teatro milanese e la critica letteraria e giornalistica, ripercorrendo
gli spettacoli che hanno fatto discutere sia in modo positivo che negativo.
La mostra è divisa in quattro sezioni. Quando entriamo nella
biblioteca Livia Simoni, sede dell’allestimento, veniamo accolti dalla scritta
“Quarto potere” che subito ci introduce al tema che sarà affrontato, riferito
in particolare al periodo che va dal dopoguerra agli anni Ottanta. Il primo
grande nome a cui è dedicato il percorso è Arturo Toscanini perché è proprio
grazie a lui che il Teatro alla Scala assume un significato culturale e non più
sociale, infatti il pubblico andava a teatro per vedere e non più per farsi
vedere.
La seconda sezione è dedicata al melodramma in cui vengono
raccontati, attraverso bozzetti delle scenografie, figurini dei costumi e foto
di scena, gli spettacoli più discussi. Nel 1974 ad esempio andò in scena La Valchiria di Wagner con la regia di
Luca Ronconi e scene e costumi di Pier Luigi Pizzi: subito ci furono delle
recensioni molto aggressive, soprattutto parlando dei costumi ottocenteschi non
adeguati ad un dramma medievale. Altro caso quando nel 1954 venne allestita in
prima assoluta La gita in campagna di
Mario Peragallo: anche questo spettacolo fece molto discutere, perché in scena
(realizzata da Renato Guttuso) era presente l’automobile “Topolino”, tant’è che
dal loggione lanciarono un paio di ciabatte sul palcoscenico come protesta. Ancora
nel 1963 Herbet von Karajan si dedicò alla regia di Bohème e incaricò Franco Zeffirelli di realizzare scenografie e
costumi: discordanti furono le recensioni, alcuni ad esempio criticarono lo
scenografo/costumista di aver voluto inserire troppe comparse facendo
“distrarre” dalla musica di Puccini. Ci sarebbero tantissimi altri spettacoli
di cui parlare, volete uno spoiler? Non lo farò perché dovete andare a vedere
questa bella mostra.
La terza sezione è incentrata invece sulla danza, anche qui
vediamo foto di grandi nomi che si sono esibiti sul palcoscenico della Scala,
per citarne alcuni: Carla Fracci, Rudolf Nureyev, Luciana Savignano e Paolo
Bortoluzzi.
L’ultima sezione è dedicata ai letterati, critici, giornalisti e musicologi
che hanno parlato del Teatro. Questa “stanza” ha un allestimento molto
suggestivo, sulle due pareti vediamo tutti questi volti, tra i quali possiamo
riconoscere Philippe Daverio, Francesco Degrada, Alessandro Manzoni, Vittoria
Crespi, Gabriele D’Annunzio, Arrigo Boito, Giovanni e Gianandrea Gavazzeni,
Stendhal e Ugo Foscolo.
Una volta terminato il percorso i visitatori potranno sedersi in
un salottino per guardare un breve documentario di approfondimento.
Ricordo che a causa della pandemia, la mostra sarà prolungata fino alla fine del 2021 e che sarà visitabile solo su prenotazione online.
Le foto a corredo dell’articolo sono di propria produzione
Ricordo che a causa della pandemia, la mostra sarà prolungata fino alla fine del 2021 e che sarà visitabile solo su prenotazione online.