L’esorcista: un perfetto horror a teatro
di
Gabriele Isetto
Nel
1971 venne pubblicato il romanzo L’esorcista
di William Peter Blatt che riscosse un grande successo tant’è che due anni
dopo uscì nelle sale cinematografiche l’omonimo e famosissimo film diretto da
William Firedkin. Oggi, a distanza di ben
46 anni, questo titolo ha debuttato sul palcoscenico del Teatro Nuovo di Milano,
con la regia di Alberto Ferrari.
Il
cinema, grazie all’utilizzo di tecnologie avanzate, riesce ad esprimere il
meglio in merito agli effetti speciali e non è certamente semplice in teatro
riuscire altrettanto bene anche per la distanza ravvicinata del pubblico. Ancor
di più il problema si pone per un titolo iconico come L’esorcista, anche se la sfida è stata ampliamente vinta grazie
all’abile lavoro svolto dallo staff tecnico e di conseguenza non sono mancate
le scene più famose del film come ad esempio il letto che si muove, la levitazione
di Regan e la rotazione della sua testa a trecentosessanta gradi.
Bravissimo
tutto il cast, nessuno è stato migliore dell’altro. Claudia Campolongo,
perfetta per il ruolo, interpreta la giovanissima protagonista Regan e qui si
assiste ad uno dei migliori effetti speciali: quando nel suo corpo entra il
demone, la voce di quest’ultimo non è registrata da una voce maschile fuori
campo, ma è la voce della stessa Campolongo modificata in tempo reale grazie
alla tecnologia. Convincente il “trittico dei religiosi”, soprattutto nelle
scene degli esorcismi, composto da Andrea Carli (Padre Karras), Simone De Rose
(Padre Joe) e soprattutto Gianni Garko che interpreta strepitosamente Padre
Merrin. Il resto del cast è composto da: Viola Graziosi (Chris), Jerry
Mastrodomenico (Burke), Massimiliano Lotti (Dottor Klein/Vescovo) e Michele
Radice (Dottor Strong).
Suggestiva
la scenografia creata da Roberto e Andrea Comotti, divisa in due parti,
riproduce la casa di Regan dove si svolge l’intera vicenda: sulla destra la sua
camera con il famoso letto e una finestra che quando si apre e si chiude “da
sola” diffonde aria fredda in tutto il teatro, sulla sinistra invece il salotto
dell’abitazione. Ottimo l’uso delle luci, curate da Alin Teodor Pop, che
riescono a creare una scenografia oscura nei momenti in cui è richiesta la suspense.
Uno
spettacolo che sicuramente merita di essere visto anche se avete letto il
romanzo o visto il film, perché se vi piace il genere horror questo adattamento
sicuramente vi farà sobbalzare e vi terrà inchiodati alla poltrona perché vi
stupirete di ciò che vedrete.
Le
foto a corredo dell’articolo sono di © Sebastiano Macarone