Bella figura: uno spettacolo tra cinema e teatro
di Gabriele Isetto
Come
in tutti i suoi precedenti lavori, anche stavolta l’autrice Yasmina Reza ha
confezionato un’opera in cui indaga nella profondità dell’animo umano e dei
rapporti che ognuno di noi intesse con gli altri. Questo è il cuore dello
spettacolo Bella figura andato in
scena al Teatro della Pergola di Firenze e che originariamente l’autrice ha
creato per il regista Thomas Osthermeier e la compagnia del teatro Schaubühne
di Berlino.
Tutto
inizia da una situazione comune da cui poi scaturisce un testo forte basato
soprattutto sulla parola e proprio
questo aspetto, ha intrigato e convinto il regista Roberto Andò a metterlo in
scena.
Lo
spettacolo ha inizio nel parcheggio di un ristorante dove una bella donna
single (Anna Foglietta) infastidita e che non vuole scendere, perché l’amante
(David Sebasti) ha appena detto che il ristorante gli è stato consigliato
proprio dalla moglie. Non appena la macchina si muove, i due investono
un’anziana ma pimpante signora (Simona Marchini) madre scomoda di un uomo, e
suocera invadente della di lui moglie (Paolo Calabresi e Lucia Mascino). Questo
fortuito incontro porterà ogni personaggio a mettersi a nudo di fronte agli
altri. Non mi sento di privilegiare un attore rispetto ad un altro, perché
tutti e cinque sono risultati veramente perfetti nel loro ruolo e infatti ogni
loro personaggio, con le mille sfaccettature, fa sorridere ma anche riflettere.
Ci troviamo di fronte ad uno spaccato di vita, non ad una tradizionale trama
teatrale, tutto si svolge al presente ed è soltanto il pretesto per dimostrare
le diversità tra i vari caratteri.
Interessante
la scelta registica e dello scenografo Gianni Carluccio, che sono stati quasi
“obbligati” dal testo a creare una scenografia su due piani. A differenza di
ciò che avviene abitualmente a teatro gli ambienti dove si svolge l’azione sono
molteplici e si è deciso che tutti fossero contemporaneamente visibili, dando
però loro la giusta importanza di volta
in volta, grazie al sapiente gioco di luci curate sempre da Carluccio.
Uno
spettacolo breve, un atto unico, ma per questo non meno intenso e che porta una
novità nel panorama teatrale, cosa a cui per altro la drammaturga ci ha già
abituato.
Le foto a corredo dell'articolo sono di © Noemi Ardesi