Successo a Lucca per il Dittico di Puccini
di Gabriele Isetto
In
occasione del centenario del Trittico di
Giacomo Puccini, composto da tre atti unici (Il Tabarro, Suor Angelica e Gianni Schicchi), andato in scena per la prima volta al Teatro Metropolitan di New York il 14 dicembre
1918, il Teatro del Giglio di Lucca ha reso omaggio al Maestro lucchese
mettendo in scena il dittico Suor
Angelica e Gianni Schicchi che
vede alla regia, alle scene, ai costumi e alle luci Denis Krief.
Questa
scelta di mettere in scena un Dittico pucciniano
fa parte del più amplio “progetto Trittico”
tra il Teatro del Giglio, il Lirico di Cagliari, il Maggio Musicale Fiorentino
e il Teatro Alighieri di Ravenna. Da ricordare che a novembre del 2019 potremo vedere queste due opere con l’aggiunta
di Tabarro al Maggio Musicale
Fiorentino.
Suor Angelica |
Marco
Guidarini ha diretto l’Orchestra della Toscana rispettando la partitura di Puccini,
rendendo al meglio sia la musica più seria della Suor Angelica, sia quella più giocosa e divertente richiesta dal Gianni Schicchi.
Trattandosi
solamente di due atti unici, con diverse esigenze canore e di personaggi (nel
primo atto vediamo solamente personaggi femminili, mentre nel secondo si
aggiungono personaggi maschili), il cast
era molto numeroso e tra tutti hanno spiccato per la loro bravura: Alida Berti
(Suor Angelica), Isabel De Paoli (Zia Principessa in Suor Angelica e Zita in Gianni
Schicchi), Marcello Rosiello (Gianni Schicchi), Francesca Longari (Lauretta
in Gianni Schicchi) e Giuseppe
Infantino (Rinuccio in Gianni Schicchi).
Gianni Schicchi |
Le
due opere, dal punto di vista scenico, sono state modernizzate rispetto ai
libretti originali: via il monastero di fine ‘700 e via la casa di Buoso Donati
del 1299. Questa trasposizione risulta però essere convincente per quanto
riguarda Suor Angelica e un po’ meno
in Gianni Schicchi.
Nel
primo atto la scena è dominata da suore che, nelle loro tipiche vesti, portano sulla
scena dei particolari carrelli su cui si trovano vari elementi a simboleggiare
i diversi luoghi del convento, come ad esempio delle piante per il giardino o
una piccola scrivania con sedia per la cella di Angelica.
Nel
secondo atto tutti i protagonisti sono vestiti con abiti moderni e in una
scenografia che non richiama certamente il Duecento, ma la loro bravura sia nel
canto che nei movimenti scenici ha fatto si che il tutto risultasse piacevole
ed entrambi i cast sono stati ripagati dagli applausi del pubblico.