Ancora una volta tornano gli anni ’70 ne La febbre del sabato sera
di Gabriele Isetto
Nonostante
il passare del tempo, continua immutato il successo dello spettacolo La febbre del sabato sera per la regia
del noto regista di musical Claudio Insegno. Sul palcoscenico del Teatro Nuovo
di Milano infatti è tornato questo show il cui successo è stato riconfermato.
A
differenza della scorsa edizione, quest’anno abbiamo nuovi interpreti: i protagonisti Tony Manero e Stephanie Mangano sono interpretati
rispettivamente da Francesco Italiani, che si è distinto sia nel ballo che nel canto
vista la sua formazione artistica e dalla bella e brava Valentina Gullace che è
risultata perfetta nel suo ruolo da protagonista.
Bravissimi gli amici di Tony che hanno reso al meglio la loro
“prova di gruppo”: Francesco Lappano (Gus), Giacomo Marcheschi (Bobby) e Simone
De Rose (Double J). Da sottolineare la prova di Alessandra Sarno e di Andrea
Ciarlantini che nei panni dei genitori di Tony, sono risultati i personaggi più
simpatici e con le loro battute hanno strappato più volte le risa del pubblico.
Riuscita anche la performance degli
altri personaggi calati a pieno nei rispettivi ruoli: Arianna Galletti
(Annette), Carlotta Sibilla (Pauline), Daniele Romano (Frank J), Gianluca
Sticotti (Dj Monty) e Giovanna D’Angi (Candy).
Il regista ha voluto mettere in evidenza due aspetti: quello della
vita negli anni ’70 di ragazzi semplici di periferia dove non c’erano
cellulari, i social e internet, quindi
una vita fatta di discoteca e “giochi pericolosi” che poi porterà alla morte di
uno degli amici di Tony mentre l’altro aspetto messo in evidenza è quello
cinematografico: di fatto tutto lo spettacolo è “aiutato” da videoproiezioni
che richiamano i vari ambienti. Questo comporta che ci siano pochissimi arredi
di scena (le scenografie sono firmate da Roberto e Andrea Comotti) che però
risultano funzionali nell’insieme dello spettacolo.
Trattandosi di un musical non possiamo non parlare delle
coreografie e delle canzoni: le prime, realizzate da Valeriano Longoni ed
eseguite da ottimi interpreti richiamano moltissimo sia quelle del film sia i
vari balli da discoteca anni ’70, non a caso il regista parla del suo
spettacolo come “teatro-discoteca”. Per quanto riguarda le canzoni sono tutte
cantante in lingua originale, anche se per il pubblico più anziano che non
conosce l’inglese o non ha visto il film, sarebbe stato più opportuno inserire
dei sovra titoli.
Il successo (ancora una volta) di questo spettacolo si è visto dai
lunghi e calorosi applausi che tutto il cast ha ricevuto, soprattutto alla fine
quando tutti sono scesi in platea per ballare insieme al pubblico la famosa
canzone Stayin’ Alive.