Hard To Be Pinocchio al Teatro Biondo di Palermo
HARD TO BE PINOCCHIO
da
“Le avventure di Pinocchio” di Carlo Collodi
adattamento, scena e regia Simone
Mannino
«Pinocchio? Non esiste.
È un’invenzione»
Simone Mannino
Di
notte, su un palcoscenico di teatro di prosa. Uno spazio vuoto, appena
illuminato. Nell'aria un’atmosfera densa e calda. Una luce di taglio illumina
uno scrittoio posizionato sulla estrema destra del boccascena. Un uomo seduto
sulla sedia, di tanto in tanto sfoglia le pagine di un grande libro non
rilegato. Le pagine cadono, le rialza, cerca invano di rimetterle in ordine.
Legge e a intervalli irregolari le strappa. Assorto in questo atto di
ripetizione, in preda ad una profonda inquietudine, prega e bestemmia in tutte
le lingue del mondo...
È questa la dimensione di Hard to be Pinocchio del regista di
origini siciliane Simone Mannino,
una rilettura visionaria in tre atti di una dell’opere italiane più celebri e
rappresentate al mondo, che offre allo spettatore una prospettiva ribaltata,
esistenziale, che lo sedurrà e spiazzerà sino alla fine.
Concepito a Istanbul tra il 2014 e il
2016, durante gli intensi mesi di sconvolgimento politico e sociale a seguito
del mancato golpe militare, viene annullato dalla stagione Harbiye Tiyatro. A
distanza di un anno, la riscrittura del testo e la sua trasposizione in
italiano risentono dell’esperienza turca, Simone Mannino attraverso un dialogo
più intimo con il testo dà vita a un’opera di riduzione dei personaggi focalizzando
l’attenzione sulla figura del padre. Una visione più astratta, uno scenario
asciutto senza tempo e connotazioni individuali, dove i confini teatrali si
sgretolano sino a smarrirsi. I personaggi sono immersi in spazi che obnubilano
la visione, calati negli echi delle proprie illusioni esistenziali. «L’immagine della fiaba si spezza, gira gli
occhi e guarda se stessa; una storia universale che sta a simbolo dell'umano
cammino iniziatico in cui vivono nuclei archetipici della cultura, prove e
stadi simbolici della persona che deve costituirsi come maschera sociale»,
spiega il regista.
La scena che ci accoglie è sintetica,
racconta di un mondo in cui il grottesco gioco della tragedia umana si muove
attraverso lo strumento dell’immaginazione. Geppetto diviene personaggio universale che intraprende un viaggio nei
labili e ambigui territori della memoria e della menzogna, mostrandoci
un’umanità incastrata nella sua stessa essenza. A guidarci è proprio la figura
allucinata del padre di Pinocchio, personaggio disincarnato dai suoi simboli,
che si spoglia di un linguaggio teatrale pregno di indulgenza retorica per
immergersi nei suoi innesti d’immaginario, talvolta ossessivi, in cui la sua
dimensione si allunga e rimpicciolisce, come organo pulsante che fagocita tutti
i personaggi. Un viaggio iniziatico dell’animo umano nelle archeologie della
menzogna, in cui pensieri e ricordi sono espressioni non del soggetto, ma del
tratto anarchico dell’individuo. Alla ricerca di una identità di fondo, alla
riscoperta di un Padre che cerca un motivo, una forma provvisoria che indaga la
propria ‘maternità creatrice’ sino a generare sé stesso. È Padre e Figlio,
involontario demiurgo, voce narrate di un’opera in cui favola e dramma si
inseguono, in cui il ‘noi’ diventa ‘io’. Pinocchio
è un’illusione, un suggerimento posticcio, un’allusione della mente che talora
entra prepotente nelle domande del Padre. In questa polifonia di emozioni,
i personaggi ricreati dal regista sono feritoie attraverso cui guardare
svolgersi il dramma. Nella riduzione adoperata da Simone Mannino i personaggi
ricreati sono parti di un meccanismo sincrono, feritoie attraverso cui guardare
svolgersi il dramma.
Una partitura assurda, violenta, dalle
tinte brechtiane in cui teatro e arti visive dialogano e si mescolano. Il
regista è un artista poliedrico che porta sul palco la sua lunga e articolata
esperienza nell'ambito delle arti visive e performative, confermando le sue
capacità di rielaborazione e reinterpretazione di diversi codici comunicativi.
Hard to Be Pinocchio si avvale della collaborazione di
artisti e attori che gravitano intorno alla compagnia Atelier Nostra Signora,
collettivo artistico con sede a Palermo e Istanbul che produce lo spettacolo.
L’evento sarà anche la reunion di
tutti i collaboratori artistici che avevano preso parte allo spettacolo Womb Tomb lavoro liberamente ispirato a
‘La macchina Infernale’ di Jean Cocteau, che ha esordito con successo nella
Stagione 2017 di Teatro Bastardo. Lo
spettacolo sarà in anteprima nazionale a
Palermo il 29 settembre prossimo ore 21:00 al Teatro Biondo di Palermo (con
replica il 30 settembre), per poi volare all’Out Off di Milano per il debutto nazionale (4,5 e 6 ottobre).
29/30
SETTEMBRE 2018
TEATRO
BIONDO – SALA GRANDE / PALERMO
4/5/6
OTTOBRE 2018
TEATRO OUT OFF / MILANO
*PRIMA NAZIONALE
HARD
TO BE PINOCCHIO
da
“Le avventure di Pinocchio” di Carlo Collodi
Adattamento,
scena e regia Simone Mannino
Durata
2h 20 minuti, con intervallo
con
Paolo
Mannina - Simona Malato - Ada Giallongo -
Valeria Sara Lo Bue - Jesse Gagliardi - Claudio Pecoraino
Musiche e suoni Gaetano Dragotta
Costumi Philippe Berson
Realizzazione scene Jesse Gagliardi
Luci Petra Trombini
Sculture di scena Francesco Albano
Direzione tecnica Giuliana Di Gregorio
Assistente regia Giuditta Piraino
Assistente costumi Giulia Santoro
Assistente scene Andrea Mannino
Organizzazione e logistica Agnese
Gugliara
Collaboratori Eliza Collin, Gaetano Costa
Con il
supporto di - Palermo Capitale italiana della Cultura 2018, Teatro
Mediterraneo Occupato, Adiacenze, Ditta Salvatore Parlato, Sartoria Francesca
Pipi, Le Mosche, Francesco Sarcone