Classicità nella Tosca di Giancarlo Del Monaco
di Gabriele Isetto
Sul
palcoscenico del Gran Teatro all’aperto Giacomo Puccini di Torre del Lago è
andata in scena la Tosca, che sarà
replicata anche il 12 agosto, con la regia di Giancarlo Del Monaco, figlio del
famoso tenore Mario Del Monaco.
Il
direttore d’orchestra Stefano Romani ha ben diretto con piglio, senza
discostarsi però dalla classicità della partitura, l’Orchestra del Teatro di
Tblisi. Una nota di merito va al coro, sempre del Teatro georgiano e guidato da
Chkhenkeli Avtandil, eccellente nell’esecuzione del Te Deum alla fine del primo atto.
Ottima
la prova di Irina Polovinkina che ha dato vita ad una Tosca grintosa e
passionale senza però mai perdere la sua dolcezza, più volte applaudita a scena
aperta e che avrebbe meritato il bis per “Vissi d’arte”. Buona anche
l’interpretazione di Mauro Bonfanti nel ruolo di Scarpia, tenendo conto
soprattutto del fatto che si è trovato a sostituire all’ultimo momento il
baritono previsto; è vero infatti che tale ruolo fa parte del bagaglio di ogni
bravo baritono, ma non è comunque facile affrontarlo d’emblée. Accettabile, ma senza sussulti, George Oniani nei panni
di Cavaradossi. Gli altri interpreti sono stati Gocha Datusani (Angelotti),
Anzor Pilia (Spoletta), Angelo Nardinocchi (il Sagrestano), Andrea De Campo
(Sciarrone) e Filippo Lunetta (carceriere) e fra questi hanno, a mio parere,
maggiormente convinto De Campo e Lunetta.
L’aspetto
migliore dello spettacolo è stato sicuramente quello scenografico realizzato da
Carlo Centolavigna. Bellissima l’ambientazione del primo atto che riproduce la
Basilica di Sant’Andrea della Valle con un grande turibolo sulla sinistra e che
raggiunge il suo apice nella scena corale del Te Deum. Particolare invece nel secondo atto la riproduzione della
camera di Scarpia a Palazzo Farnese. Non ci troviamo infatti in questo palazzo,
ma nelle Stanze di Raffaello in Vaticano, contraddistinte dagli stupendi
affreschi, riprodotti nei minimi particolari, del Battesimo di Costantino e della Visione
della croce. Domina la scena del terzo atto, l’enorme angelo di Castel
Sant’Angelo.
La
passionalità della protagonista è stata sottolineata anche dal sontuoso costume
rosso del primo atto che, come tutti gli altri, è stato realizzato da Diego
Fiorini e Floridia Benedettini della Fondazione Cerratelli, un’istituzione del
territorio toscano per quanto riguarda il costume di scena.
Nel
complesso lo spettacolo è risultato godibile ed ha ottenuto un buon riscontro
di pubblico, anche se non sono mancati i soliti spettatori maleducati che, come
ormai avviene sempre più spesso, non appena Tosca si getta da Castel Sant’Angelo
hanno lasciato i poro posti, disturbando
gli spettatori che invece sanno tributare il giusto ringraziamento agli artisti
che si sono esibiti.
Le
foto di scena a corredo dell’articolo si riferiscono alla prima del 15 luglio
che aveva un altro cast.