Una Firenze che si racconta attraverso il teatro

di Gabriele Isetto


Con Scritti sul teatro. Articoli e interventi occasionali per una storia del teatro a Firenze, Alessandro Sardelli offre un contributo di grande valore alla storia dello spettacolo italiano, illuminando un tratto fondamentale e spesso trascurato dell’identità culturale fiorentina: il suo rapporto profondo con la scena, alta e popolare. Il volume raccoglie saggi che, pur nati da occasioni diverse, compongono un quadro sorprendentemente unitario, capace di restituire la ricchezza, la varietà e la complessità del teatro cittadino tra fine Ottocento e primo Novecento.
All’interno di questa ricchezza tematica i capitoli che emergono come più incisivi e affascinanti sono quelli dedicati a Stenterello e alla ricostruzione dell’apparato spettacolare predisposto per la visita di Hitler a Firenze, due poli che mostrano la distanza e al tempo stesso la connessione tra teatro popolare e teatro politico.
Uno degli aspetti più interessanti del libro è infatti l’attenzione al teatro vernacolare, analizzato non solo come fenomeno artistico, ma come specchio sociale e culturale. In questo contesto acquista rilievo la figura di Stenterello, la maschera fiorentina per eccellenza: fragile, chiacchierone, astuto e pauroso, ma sempre pronta a cavarsela. Sardelli ne mette in luce non soltanto la dimensione comica, ma anche quella simbolica: Stenterello diventa il tramite attraverso cui la città racconta se stessa, i propri difetti, le proprie virtù e il proprio spirito critico. È un capitolo che spicca per vivacità e profondità, all’interno dell’intero volume.
Sul versante opposto, il libro affronta uno dei momenti più controversi della storia cittadina: la visita di Adolf Hitler a Firenze nel 1938. Sardelli analizza il ruolo del teatro e dello spettacolo come strumenti di rappresentazione politica e propaganda, illustrando come la città venisse trasformata in un grande palcoscenico al servizio del regime. È una pagina che colpisce per rigore documentario e per la capacità di mostrare quanto la teatralità fosse intrecciata alla dimensione ideologica del tempo. Tra i numerosi temi del libro, questo è senza dubbio uno dei più forti, sia per il peso storico sia per l’attualità dello sguardo critico.
Accanto a questi due nuclei centrali, il volume dedica attenzione anche ai luoghi della teatralità fiorentina, da Boboli – palcoscenico di feste e spettacoli – alla biblioteca Rinuccini, oltre a offrire un affascinante approfondimento su Edward Gordon Craig, che colloca Firenze nel dibattito europeo sulla scenografia moderna. È proprio questa capacità di passare dal comico popolare alla propaganda fascista, dalla maschera vernacolare ai grandi teorici della scena, a rendere il libro particolarmente ricco e stimolante.
In conclusione, Scritti sul teatro è un’opera preziosa per comprendere il ruolo del teatro nella storia culturale e politica di Firenze. Un libro fondamentale per studiosi, appassionati e per chiunque desideri capire come Firenze abbia pensato e rappresentato se stessa attraverso la scena.

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