La magia di Beato Angelico: a Firenze una mostra imperdibile
di
Gabriele Isetto
A
partire da domani, fino al 25 gennaio 2026 a Firenze sarà possibile visitare
una splendida ed importante mostra dedicata a uno dei più grandi artisti del
primo Rinascimento: Beato Angelico, maestro del fondo oro, del colore, della
luce e della prospettiva.
L’esposizione,
curata da Carl Brandon Strehlke insieme a Stefano Casciu e Angelo Tartuferi, si
svolge in due luoghi della città fiorentina: Palazzo Strozzi e il Museo di San
Marco. I visitatori potranno ammirare ben 150 opere d’arte provenienti da tutto
il mondo. Sono stati scelti questi due luoghi simbolo della città perché l’arte
deve “dialogare” con la città, soprattutto con i giovani perché possano essere
agevolati ad avvicinarsi a così tanta bellezza.
Prima
di raccontare il percorso espositivo, mi voglio soffermare un secondo su di un
aspetto molto importante e cioè i restauri che sono stati fatti con cura certosina
dagli addetti, in particolare sull’opera della Pala di San Marco commissionata da Cosimo de’ Medici, dove traspare
tutto il genio dell’artista: una prospettiva perfetta con la pavimentazione
geometrica e l’uso di colori luminosi, in particolare dell’oro.
Il
percorso di Palazzo Strozzi è organizzato in sale tematiche che guidano il
visitatore dalla chiesa di Santa Trinita, con i suoi cicli firmati da Lorenzo Monaco
e Beato Angelico, fino alle grandi committenze medicee e ai soggiorni romani
dell’artista. Si nota subito come l’artista sappia coniugare tradizione e
novità: l’eleganza gotica delle prime opere si fonde con la chiarezza spaziale
e la monumentalità rinascimentale, creando un linguaggio pittorico limpido e
insieme profondamente emotivo. Le crocifissioni sagomate, le Madonne
dell’umiltà e i volti isolati di Cristo mostrano la sua capacità di parlare
direttamente al fedele, rendendo la pittura strumento di meditazione e
partecipazione spirituale. Particolarmente suggestiva è la ricomposizione della
pala di San
Marco, che restituisce l’originale impatto monumentale, e la sala
interattiva “Zoom su Angelico”, che invita i
visitatori a dialogare con le opere condividendo immagini e dettagli sui
social.
Il
percorso al Museo
di San Marco offre invece un’immersione completa nella vita e
nell’arte di Beato Angelico, dai primi passi come giovane frate domenicano fino
agli affreschi monumentali e alla miniatura. La mostra mette in luce il
contesto fiorentino del primo Quattrocento, con le influenze di Masaccio,
Lorenzo Ghiberti e Lorenzo Monaco, e come Beato Angelico sia riuscito a trasformarle
in un linguaggio originale, limpido e profondamente spirituale. Tra le opere
più suggestive spiccano la Pala di Fiesole, il Tabernacolo dei Linaioli e gli
affreschi nel chiostro e nelle celle del convento, dove ogni gesto e ogni
sguardo dei santi trasmette devozione e introspezione. La Crocifissione della Sala del Capitolo impressiona
per la complessità narrativa e la ricchezza simbolica, mentre le celle mostrano
come la pittura dell’artista accompagnasse la vita quotidiana dei frati, unendo
preghiera e meditazione. Non meno importanti sono le opere di miniatura,
con codici come il Graduale 558 e i Salteri di San Marco, che rivelano la
stessa delicatezza, naturalezza e luminosità degli affreschi, testimoniando la
sua capacità di innovare in ogni formato. La biblioteca del convento,
restaurata per l’occasione, ricorda il legame tra cultura umanistica e pratica
artistica, con manoscritti che ispirarono molti episodi dipinti.
La
mostra, accompagnata da un elegante e prestigioso catalogo edito da Marsilio
Arte, è un perfetto equilibrio tra rigore storico ed esperienza emozionale
perché racconta la vita e il genio dei Beato Angelico in modo chiaro e
coinvolgente. Una mostra da non perdere perché probabilmente irripetibile.