Il caso Jekyll: uno spettacolo gotico ricco di pathos e di mistero

di Gabriele Isetto


Uno spettacolo ricco di pathos e di mistero è stato ospitato dal Teatro del Giglio di Lucca. Sergio Rubini e Carla Cavalluzzi hanno adattato per il teatro il famosissimo racconto Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde di Robert Louis Stevenson, apportando qualche piccola modifica come ad esempio l’aggiunta del personaggio della moglie del dottor Jekyll. Dalla collaborazione tra Rubini e la Cavalluzzi è nato il testo Il caso Jekyll, con una regia attenta e curata nei minimi dettagli, quasi didascalica, che ha tenuto incollato il pubblico sulle poltrone del teatro per due ore filate anche se, a mio parere, forse sarebbe stato meglio inserire un intervallo, ma capisco che questo avrebbe interrotto il filo narrativo.
Il testo teatrale a cui il pubblico ha assistito mette in scene tre tematiche: la prima, ancora più marcata rispetto al racconto, è quella della salute mentale e i relativi disturbi psichici della doppia personalità Jekyll/Hyde; La seconda tematica riguarda l’aspetto crime della vicenda, dovuta agli omicidi commessi dal signor Hyde ed a una sorpresa finale inedita non presentente nel racconto di Stevenson; La terza tematica esamina la parte gotica e horror della vicenda e qui entra in gioco l’aspetto visivo dello spettacolo.


Le scenografie di Gregorio Botta, e soprattutto le luci di Salvatore Palladino, danno vita a una Londra vittoriana oscura e gotica, a volte con moltissima nebbia, a volte usando luci soffuse che fanno sì che il palco non sia mai illuminato completamente. Anche gli arredi di scena sono pochi, alcuni dei quali simboleggiano l’ambiente, ad esempio una scrivania ci fa capire che siamo in uno studio e un lampione londinese ci ricorda le strade malfamate della città. Anche i costumi di Chiara Aversano evidenziano alla perfezione l’epoca vittoriana.
Veramente bravi i sei attori in scena, alcuni dei quali interpretano più personaggi. Eccellente e pieno di energia Sergio Rubini, che ci guida durante tutto il racconto narrando la vicenda davanti a un leggio per poi ogni tanto “entrare nel racconto” per interpretare il suo personaggio. Ottima l’interpretazione di Daniele Russo in un ruolo complicato perché deve dare vita, e ci è riuscito, alla doppia personalità di Jekyll/Hyde. Apprezzabili anche gli altri membri della compagnia: Geno Diana, Roberto Salemi, Angelo Zampieri e Alessia Santalucia.
Uno spettacolo che merita di essere visto sia per la bravura degli interpreti, sia perché fa riflettere sulla salute mentale ed i disturbi psichici, un tema sempre attuale.

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