Madama Butterfly: leggerezza e fragilità nella lettura di Lorenzo Mariani
di
Gabriele Isetto
La
nuova produzione della Madama Butterfly di
Giacomo Puccini ha appassionato il pubblico del Teatro del Maggio Musicale
Fiorentino. Il regista Lorenzo Mariani, ha voluto dare una chiave di lettura
molto “leggera” e fragile come del resto è la vita della protagonista che, come
affermato anche nel libretto ha solo quindici anni, l’età dei giochi e dei confetti.
Questa
fragilità e leggerezza la ritroviamo soprattutto nell’aspetto visivo dello
spettacolo in maniera più che convincente: difatti, lo scenografo Alessandro
Camera ha creato una scenografia composta soprattutto da leggerissimi teli bianchi,
che simboleggiano la purezza della ragazza, e che calano dall’alto per poi
sparire nel finale, dopo il suicidio della protagonista. Inoltre non è stata
realizzata la tipica casa del Giappone, ma una semplice pedana che cala
dall’alto con sopra Butterfly e che simboleggia quasi la sua isola, che si
spaccherà poi in due nel momento clou. Tradizionali e molto belli anche i
costumi di Silvia Aymonino che richiamano il mondo giapponese.
Ottima
la direzione del maestro Daniele Gatti che conclude la sua carriera al Maggio
Musicale Fiorentino e con la sua bacchetta detta il ritmo e non perde mai occasione
per sottolineare i momenti salienti della musica, in particolare il famoso coro
a bocca chiusa e l’aria «un bel dì vedremo».
Un
cast preparato ha dato vita ai personaggi della vicenda. Una bella voce quella
di Madama Butterfly interpretata da Carolina Lòpez Moreno anche se ha iniziato
un po’ sottotono per poi riprendersi dopo l’intervallo; Bravissima la Suzuki di
Marvic Monreal, con un ottimo timbro vocale e che a mio parere ha superato la
bravura della Moreno. Vincenzo Costanzo nel ruolo di Pinkerton, oltre a un ottima voce ha anche un’ottima
presenza scenica. Da sottolineare la bravura di Nicola Alaimo (Sharpless), che
oltre ad avere una bella voce ha riempito lo spazio con la sua presenza. La
trama è ricca di altri personaggi di contorno e mi pare giusto nominare i
rispettivi interpreti: Oronzo D’Urso (Goro), Min Kim (Yamadori), Bozhidar Bozhkilov
(Zio Bonzo), Giovanni Mazzei (Yakusidé), Davide Sondini (Commissario
imperiale), Egidio Massimo Naccarato (Ufficiale del registro), Nadia Pirazzini
(La madre), Thalida Marina Fogarasi (La zia) e Paola Leggeri (La cugina).
Lo
spettacolo è stato un successo, con lunghi applausi finali, soprattutto rivolti
al maestro Daniele Gatti che ha salutato la città di Firenze.
Le
foto a corredo dell’articolo sono di © Michele Monasta