Giorgio Vasari celebrato con una grande mostra ad Arezzo

di Gabriele Isetto


450 anni ci lasciava Giorgio Vasari. Non fu solamente un importante pittore e architetto, ma anche uno grande storico dell’arte tant’è che lo ricordiamo per il suo famosissimo saggio Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori e archittetori.
Per celebrare il grande artista la città di Arezzo, sua città natale, gli ha dedicato una grande e meravigliosa mostra intitolata Vasari. Il Teatro delle Virtù, che sarà visitabile fino al 2 febbraio 2025.
Nello scrivere il mio articolo, vorrei soffermarmi specialmente proprio sulla parola Teatro, che è l’argomento principale del mio blog. Cristina Acidini, curatrice della mostra, spiega perché è stato scelto proprio questo titolo, in quanto le idee astratte prendono forma umana ed ecco appunto che va in scena, da qui la parola Teatro, la rappresentazione tra l’umano e il sovraumano delle Virtù, dei Vizi e dei luoghi. Altro elemento importante della mostra è il rapporto, ma soprattutto l’amicizia, che legò il Vasari con la famiglia dei Medici, in particolare con Cosimo I.


L’esposizione si snoda in due luoghi aretini: la Galleria Comunale d’Arte Contemporanea, da cui parte il “viaggio”, e la Sala della Chiesa di Sant’Ignazio.
Iniziando dalla Galleria i visitatori possono ammirare il percorso artistico di Vasari fin dalla sua giovinezza e voglio soffermarmi in particolare su un dipinto che, a mio parere, cattura l’attenzione del pubblico: Tentazioni di San Girolamo (1541 c.a.) ricco di una forte simbologia, come ad esempio la figura della seduttrice Venere che invece rinuncia ad affascinare il Santo.


Tante altre sono le opere molto importanti presenti in mostra come, ad esempio, il gruppo delle Quattro Allegorie: Fortuna, Onore, Virtù, Grazia (1511 – 1574) che ispira il titolo della mostra; delle quattro virtù colpisce molto Onore, che con la sua corona stretta nella mano simboleggia la forza e il potere.
Le molte opere esposte, non sono esclusivamente pittoriche ma spaziano anche nel disegno.


Una volta usciti dalla Galleria Comunale d’Arte Contemporanea, nella  Chiesa di Sant’Ignazio i visitatori possono ammirare quattro capolavori: Allegoria dell’Immacolata Concezione (1540 – 1541), Il miracolo della mensa di San Benedetto (1566),  Il profeta Eliseo monda i cibi (1566) e Adorazione dei Magi (1566 – 1567). Quattro fantastiche pale a tema religioso.
Alla mostra fa seguito un elegante, completo ed esaustivo catalogo edito da Mandragora e curato anch’esso da Cristina Acidini, che potete trovare in vendita al bookshop.

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