Il mito di Orfeo in mostra a Firenze fino all’8 settembre
di
Gabriele Isetto
A
Palazzo Medici Ricciardi, situato nel cuore della città di Firenze, fino all’8
settembre sarà possibile visitare la mostra L’incanto
di Orfeo dove verrete “incantati” letteralmente dalla bellezza delle circa
60 opere d’arte che sono esposte e che spaziano dall’antico al contemporaneo.
I
visitatori, una volta varcata la soglia, come Orfeo inizieranno il loro viaggio
partendo dalla Galleria Terrena, dove sono ospitate installazioni contemporanee
e il pubblico può interagire con una di esse; infatti è possibile manovrare un
particolare strumento musicale che riproduce dei muggiti (nel mito Orfeo
incanta gli animali). Questo dispositivo, costruito da Eva Marisaldi, è
ispirato all’opera lirica L’Orfeo di
Claudio Monteverdi.
Si
prosegue il percorso in una sala dove sono esposte opere fondamentali delle
varie avventure di Orfeo dove, a mio parere, è opportuno soffermarsi su due
dipinti che sono di particolare importanza: Orfeo
incanta gli animali di Gerrit van Honthorst e Partenza degli Argonauti di Alberto Savino. In queste due opere si può
vedere benissimo il rapporto tra antico e contemporaneo, soprattutto nei colori
e nelle forme.
Proseguendo
si entra nella stanza dedicata proprio ad Orfeo ed Euridice, dove i visitatori
possono ammirare, tra le altre, tre opere fondamentali nella storia dell’arte: Orfeo solitario di Giorgio de Chirico, Orfeo ed Euridice di Tiziano e Orfeo soccorre Euridice di Delacroix.
L’opera di Tiziano è molto particolare perché racconta due episodi del mito in
un unico dipinto: a sinistra la morte della ragazza uccisa da un drago (invece
del serpente, come nel racconto), mentre a destra possiamo vedere Orfeo che
esce dall’Ade con Euridice dietro di lui.
Nella
sala seguente gli spettatori assistono a come il mito è stato trasportato
nell’opera lirica, in particolare per L’Orfeo
di Monteverdi messo in scena per il XII Maggio Musicale Fiorentino nel 1949
con la regia di Guido Salvini e di cui Giorgio de Chirico firmò la scenografia
ed i costumi i cui bozzetti e figurini sono esposti in mostra.
La
penultima sala è dedicata invece alla discesa agli inferi del protagonista in
cerca della sua amata. A parere di chi scrive, in questo spazio sono esposti
due bellissimi dipinti che rappresentano alla perfezione il mondo dell’Ade: Orfeo agli inferi di Jan Bruegel il
vecchio e Orfeo di Pierre Marcel
Béronneau, quest’ultimo ricco di simboli come ad esempio la lira che tiene in
mano Orfeo e le varie creature infernali agli angoli del dipinto.
L’ultima sala è dedicata alla fine del mito: Ade e Persefone restituiscono ad Orfeo la sua amata Euridice, ma gli raccomandano di non voltarsi mai a guardala una volta usciti dagli inferi, lui disobbedisce a quest’ordine e la perde per sempre; Orfeo viene ucciso dalle Baccanti. È proprio questo il fulcro su cui si basano i dipinti più belli della sala: Orfeo dilaniato dalle Baccanti di Alessandro Tiarini e Morte di Orfeo di Luigi Catani.
L’ultima sala è dedicata alla fine del mito: Ade e Persefone restituiscono ad Orfeo la sua amata Euridice, ma gli raccomandano di non voltarsi mai a guardala una volta usciti dagli inferi, lui disobbedisce a quest’ordine e la perde per sempre; Orfeo viene ucciso dalle Baccanti. È proprio questo il fulcro su cui si basano i dipinti più belli della sala: Orfeo dilaniato dalle Baccanti di Alessandro Tiarini e Morte di Orfeo di Luigi Catani.
Molte
altre sono le opere esposte in questa bella mostra e che naturalmente non
potevo citare: sculture, dipinti e disegni provenienti da musei italiani ed
esteri.
Da
segnalare che prossimamente sarà disponibile un volume, edito da Silvana
Editoriale, che racconterà il rapporto del mito di Orfeo con le arti.