L’Idomeneo che non tradisce Mozart
di
Gabriele Isetto
L’Idomeneo di Mozart in scena al Carlo
Felice di Genova fino al 25 marzo, è la prova che un’opera lirica può essere
attualizzata senza rovinarne il contenuto storico e rendere appetibile lo
spettacolo. Il regista Matthias Hartmann ha fatto un ottimo lavoro scegliendo
con cura come mettere in scena visivamente il lavoro mozartiano.
All’alzarsi
del sipario ci troviamo di fronte a una ricca e bella scenografia simbolica
creata da Volker Hintermeier, composta principalmente da due elementi: un
enorme relitto che simboleggia il mare e una grande testa di toro che
simboleggia la terra, più precisamente la città di Creta con il richiamo al
mito del minotauro e del labirinto. Arricchiscono poi la scena delle
gigantesche conchiglie e delle ancore.
Molto
belli i costumi di Malte Lubben tutti dai colori cupi con alcuni richiami alla
contemporaneità, come ad esempio l’elegante abito da sera di Elettra, che
sinceramente non disturba affatto nella messinscena.
Il
direttore Riccardo Minasi, con la sua grande esperienza di Mozart, non tradisce
la partitura rendendo sempre al meglio i vari cambi musicali, ora più lievi,
ora più frementi. Stessa cosa si può dire per i numerosi recitativi tutti
ottimamente eseguiti.
Come
sempre perfetto il Coro del Teatro, guidato da Claudio Marino Moretti,
magistralmente bravo vista anche la sua importanza in quest’opera di Mozart tanto
da essere considerato un personaggio, proprio come avveniva nel teatro greco.
Eccellenti
i cantanti. Su tutti spicca la soprano Lenneke Ruiten nel ruolo di Elettra che
con tutta la sua forza mimica e la sua voce rende perfettamente l’idea
dell’antagonista. Chi non conosce l’opera non si deve stupire se nel ruolo di
Idamante, figlio di Idomeneo, vedrà una donna: Mozart infatti scrisse la parte
per un castrato; Qui a Genova Idamante è stato brillantemente interpretato da
Cecilia Molinari. L’ultima soprano di cui voglio parlare è la dolce Benedetta
Torre che si cala in maniera più che convincente nel ruolo della giovane Ilia,
principessa troiana innamorata di Idamante. Parlando invece dagli interpreti
maschili voglio partire dal migliore: Antonio Poli, cantante affermato che con
il suo ottimo timbro vocale dà vita al protagonista. Inizialmente un po’ giù di
tono ma che si è ripreso in corso d’opera Giorgio Misseri con il suo Arbace.
Infine, molto efficace il Gran Sacerdote di Blagoj Nacoski.
Molto
importante in quest’opera è la presenza del mare e il regista ha avuto un’ottima
idea di come realizzarla oltre all’impianto scenografico: dei mimi truccati
completamente che si muovono sulla musica richiamando le onde del mare.
Reso
molto bene anche il finale dell’opera: il dramma si conclude con Idamante
incoronato e, durante la cerimonia, degli ottimi ballerini danzano sulle note
del “Ballet K 367”, che conclude lo spettacolo.