La commedia greca. Dalle origini all’età ellenistica

di Gabriele Isetto



Nel 1998 il tedesco Bernhard Zimmermann, uno dei massimi conoscitori del teatro greco antico, pubblicò un interessante saggio dedicato alla commedia greca.  Nel 2010 la Carocci Editore ha finalmente tradotto questo volume con il titolo La commedia greca. Dalle origini all’età ellenistica curato da Sotera Fornaro.
Il volume, diviso in cinque capitoli, si apre con un’introduzione in cui viene approfondita dettagliatamente la questione delle origini della commedia greca, le tematiche delle varie commedie, i luoghi di rappresentazione ed altre tematiche. Per quanto riguarda le origini, Zimmermann ci spiega molto bene che questi spettacoli comici nacquero per le Dionisie, cioè celebrazioni in onore del dio Dioniso e di come, durante queste feste, venivano fatti i cortei fallici dove appunto veniva portato in corteo un fallo, simbolo della fertilità. Proseguendo, l’autore si sofferma brevemente sulla divisione della commedia in tre grandi categorie: la commedia antica, la commedia di mezzo e la commedia nuova per poi approfondire la struttura dei testi (dal prologo fino ad arrivare all’esodo) e le rispettive tematiche in cui individua tre gruppi di personaggi di cui ogni commedia è composta: la famiglia (il padre, il figlio, ecc.), gli antagonisti (ad esempio gli avidi) e gli schiavi, che nella commedia greca (così come nella tragedia) fungono da messaggeri. Inoltre Zimmermann descrive alla perfezione come e in che luoghi si svolgevano gli spettacoli: il teatro era posto sopra l’acropoli della città e gli attori indossavano le maschere corredate dal chitone, che era l’abito della vita quotidiana.
I capitoli due, tre e quattro sono invece dedicati ai vari drammaturghi commediografi e l’autore si focalizza su i due più famosi che sono Aristofane e Menandro; per ognuno analizza il contesto sociale in cui vivevano, la loro vita e i loro capolavori che sono giunti fino a noi. Ad esempio una della commedie più famose di Aristofane è Lisistrata dove i personaggi femminili assumono un ruolo fondamentale per dare voce alle nuove esigenze sociali e quindi abbiamo un inversione dei ruoli tra personaggi maschili e femminili. Tutte le commedie di Menandro invece rispettano le convenzioni del genere comico: il lieto fine, il rispetto dell’unità di luogo e di tempo e quindi il tutto si svolge in uno stesso luogo e nell’arco di una sola giornata.
Molto interessante il quinto capitolo, in particolare il paragrafo scritto dalla curatrice del libro in cui evidenzia come ci sia stata una riscoperta delle commedie di Aristofane dopo la Seconda Guerra Mondiale e di come esse siano state riproposte da vari registi, come ad esempio Peter Hacks, Luigi Squarzina e Luca Ronconi, che hanno ridato lustro a questi capolavori riportandoli in scena.
Il saggio si conclude con una notevole appendice di Daniela Summa in cui possiamo leggere delle testimonianze sul teatro greco, ricavate da documenti epigrafici, riguardanti soprattutto la città di Atene.

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