Franco Zeffirelli: gli anni alla Scala
di
Gabriele Isetto
Se
avete occasione di andare a Milano vi consiglio di spendere un’ora del vostro
tempo per visitare la bellissima mostra al Museo Teatrale alla Scala, in
calendario fino al 31 agosto, dedicata a uno dei più grandi maestri del cinema
e del teatro: Franco Zeffirelli.
Il
percorso espositivo, costituito prevalentemente da costumi di scena ma anche da
bozzetti, figurini e foto, ripercorre il rapporto che il Maestro instaurò con
il Teatro milanese, allestendo ben 21 opere liriche che al tempo riscontrarono
un clamoroso successo. Una delle cose che colpiscono moltissimo sono gli enormi
pannelli posti come sfondo ai costumi in mostra e che rappresentano i bozzetti
delle relative scenografie, quasi ad “avvolgere” gli abiti.
Fin
da subito possiamo osservare la grandezza di Zeffirelli e di come sia stato non
solo un regista, ma anche uno scenografo e costumista e ciò si può riscontrare già
dalla prima stanza nei bozzetti e nei
figurini dedicati a La Cenerentola (1954),
L’elisir d’amore (1954), Il turco in Italia (1955) e Lo frate ‘nnamorato (1960).
Proseguendo
gli spettatori potranno ammirare la collaborazione, ma soprattutto l’amicizia,
che il Maestro ebbe con la diva Maria Callas, di cui possiamo ammirare gli
incantevoli abiti di scena, ricamati perfettamente e da lei indossati per Il turco in Italia (1955).
Avanzando
nello spazio espositivo troviamo quattro sezioni dedicate ognuna ad un’opera
specifica. La prima è dedicata ad Aida
dove Zeffirelli curò la regia affidando il ruolo di scenografa e costumista ad
Anna Anni, che ottenne un ottimo risultato come testimoniano i meravigliosi ed
accurati costumi esposti. La seconda sezione è invece dedicata a La Bohème del 1963, dove è presentato
uno degli abiti ideati da Marcel Escoffier ed indossato da Mirella Freni nel
ruolo di Mimì, un tutt’uno con lo sfondo che riproduce una scena innevata. La
penultima stanza è incentrata invece su Turandot del 1983 dove ritroviamo come costumista il nome di Anna Anni, questa
volta affiancata da Dada Saligeri. Probabilmente questa è una delle sale più
belle del percorso in quanto colpiscono i colori e le fogge dei costumi
dell’Imperatore e delle guardie imperiali, tutte corredate da maschere
inquietanti. Infine la mostra termina con i costumi tipicamente siciliani,
creati dalla Anni che fece uno studio approfondito in merito, per Cavalleria rusticana (1981).
I
visitatori, già sicuramente appagati dalla completezza della mostra, alla fine
del percorso possono accomodarsi e godersi la visione di un breve documentario in
cui grandi nomi come Riccardo Chailly, Vittoria Crespi Morbio, Plácido Domingo,
Davide Livermore, Dominique Meyer, Mario Martone ed Emilio Sala ricordano il
grande Franco Zeffirelli.