Le maschere di mascagni: un divertente carnevale al Teatro Goldoni di Livorno

di Gabriele Isetto



Poco prima dell’alzarsi del sipario la portavoce del Teatro Goldoni annuncia che assisteremo alla messinscena dell’opera Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni e così inizia il famoso preludio, con grande sorpresa degli spettatori. Esso viene però interrotto dall’ingresso dalla platea di alcuni personaggi che prendono il sopravvento dando il via alla vera e propria opera della serata: Le maschere. Già da questa introduzione, dove è stata abbattuta la quarta parete, il pubblico ha potuto notare il bel lavoro fatto dai registi Luigi Di Gangi e Ugo Giacomazzi che hanno curato anche la scenografia ed i costumi.
Non poteva essere scelto periodo migliore per mettere in scena quest’opera buffa se non il carnevale, infatti il pubblico livornese è stato invitato a presentarsi mascherato in teatro. Molte sono state le maschere che sedevano in platea e nei palchetti: Arlecchino, Biancaneve, un Cardinale, Madre Teresa, Burlamacco, nobildonne e nobiluomini veneziani e molti altri.


Sul podio a dirigere l’Orchestra del Teatro Goldoni si è esibito il livornese Mario Menicagli, anche
  direttore amministrativo del Teatro, che ha ben diretto l’opera che presenta una partitura vivace, fluida e allegra. La musica cattura così l’attenzione degli spettatori.
Ben fatto il lavoro del coro, guidato da Maurizio Preziosi, che stavolta, grazie alla dinamicità dell’opera, è stato molto attivo muovendosi al giusto ritmo della musica rendendo ancor più festoso il clima.
Ottime le voci dei cantanti. Molti di loro si sono espressi alla perfezione con la loro gestualità e la loro mimica, soprattutto: Didier Pieri (Arlecchino) che ha saputo muoversi perfettamente sulla scena proprio come vuole il personaggio; Massimo Cavalletti (Tartaglia) grazie alla sua simpatica mimica facciale comparendo a fine degli atti per “prendere gli applausi”; Rachele Barchi, una bravissima Colombina con una voce squisita. Nulla da togliere al resto dell’ottima compagnia: Vladimir Alexandrovich (Pantalone), Silvia Pantani (Rosaura), Matteo Falcier (Florindo), Giacomo Medici (Dr. Graziano), Marco Miglietta (Brighella) e Min Kim (Capitan Spavento).


Molto interessante la scenografia di cui il Teatro stesso diventa parte integrante grazie ad alcuni palchetti laterali, da cui si affacciano dei personaggi, o della platea da cui entrano. Quasi minimalista, ma molto suggestiva, la scena posta sul palcoscenico: una grande pedana in legno dove in alcuni momenti si muovono tutti i personaggi compreso il coro. Sopra la pedana un cerchio cavo da cui a sorpresa viene rivelata prima una statua del Burlamacco e nel finale un’enorme faccia sempre della maschera simbolo del Carnevale di Viareggio. Ciò non è un caso dal momento che l’allestimento dell’opera ha visto la collaborazione della Fondazione Carnevale di Viareggio. Il tutto magistralmente aiutato dalle bellissime e coloratissime luci di Michele Rombolini.


Colorati, allegri e molto vivaci i bei costumi indossati dai personaggi, tutti protagonisti della Commedia dell’Arte, e i loro abiti non potevano non ricordare questa forma di spettacolo.
A fine opera, dopo i lunghissimi applausi da parte del pubblico, c’è stata una sorpresa: dalle ultime file della platea si sono alzati alcuni alunni della Scuola Primaria “G. Carducci” di Antignano (Livorno) vestiti da Pulcinella e hanno allegramente cantato una delle arie dell’opera dedicata al personaggio di Colombina. Tanti applausi anche per loro.

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