LISISTRATA: COMMEDIA CLASSICA O CONTEMPORANEA?

di Gabriele Isetto



Lisistrata, una delle commedie più famose di Aristofane, è stata ospitata sul palcoscenico del Teatro Goldoni di Livorno in un libero adattamento e regia del fiorentino Ugo Chiti.
L’autore toscano, partendo dalla base della commedia greca, ha riscritto e in qualche modo stravolto il testo mantenendo però il tema principale della commedia originale, ovverosia lo sciopero del sesso da parte delle donne, capeggiate dall’ateniese Lisistrata. A parere di chi scrive sono tuttavia troppi i vari piani narrativi che si sono intersecati tra loro e che hanno ingarbugliato il testo originale, sminuendo il messaggio originale. Troppo marcato lo scontro tra Atene e Sparta, lo scontro tra maschi e femmine. Oggigiorno è difficile mettere in scena una commedia o una tragedia del teatro greco volendola attualizzare e forse sarebbe stata migliore una lettura più semplice.


Sul palcoscenico si sono esibiti otto bravissimi attori, tutti con eccellenti doti recitative, anche se tra tutti è ovviamente spiccata Amanda Sandrelli, perfetta per la parte della protagonista Lisistrata. Accanto a lei: Giulia Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Massimo Salvianti, Lucia Socci, Gabriele Giaffreda, Elisa Proietti e Lucianna De Falco.
Molto semplice ma adeguata alla commedia la scenografia di Sergio Mariotti che ricorda molto la skènè (scena) del teatro greco: al centro la casa principale della protagonista dove si svolge l’azione e ai lati delle strutture che stanno ad indicare le altre abitazioni da cui entrano ed escono i personaggi. L’unica cosa che ha lasciato veramente spiazzati gli spettatori è che l’azione non si svolge in Grecia ma in un paesino della Toscana, con tanto di uso del dialetto, ma allora continuo a chiedermi come sia possibile riferirsi comunque a Sparta e Atene.


Accettabili i contemporanei costumi di Giuliana Colzi, tutti molto colarti, ma che di certo non hanno nulla a che vedere con una storia che si dovrebbe svolgere nel 411 a.C. In particolare hanno attratto gli abiti femminili che vanno dal viola, simbolo del digiuno ed in questo caso digiuno dal sesso, al bianco, simbolo della purificazione.
Nel complesso uno spettacolo godibile, che ti fa passare un’ora e mezzo in serenità e in compagnia di ottimi attori.

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