La Bohéme come veicolo di unione e di pace

di Gabriele Isetto



Il festival Pucciniano martedì 23 agosto ha ospitato La Bohème del Teatro di Leopoli. A fare gli onori di casa il ViceSindaco di Viareggio Valter Alberici che ha accolto il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, l’Ambasciatore dell’Ucraina Yaroslav Melnyk che ha letto un messaggio del presidente Zelensky e il direttore dell’Istituto Italiano di Cultura a Kiev Edoardo Crisafulli. Tutti i presenti hanno sottolineato l’importanza della serata evidenziando come la cultura sia un ponte fondamentale di unione tra i popoli ed un veicolo di pace.
La serata aveva un’ulteriore importanza in quanto si celebravano i 150 anni dalla nascita della grande cantante lirica Solomija Kruscelnytska che ebbe un legame fortissimo con la città di Viareggio, avendone sposato il sindaco del tempo, e con il maestro Puccini.


Venendo all’opera, con la regia di Galina Volovecka, è stata rappresentata in forma semiscenica con l’orchestra posizionata leggermente indietro sul palcoscenico, e non nella buca come solitamente avviene, lasciando spazio in avanti agli arredi essenziali che hanno caratterizzato la soffitta dove vivono i protagonisti. Sul fondo, dietro l’orchestra, una cancellata ed una pedana rialzata  per le scena del caffè Momus e della dogana.
L’orchestra del Lviv National Opera ha dimostrato tutta la propria maestria sotto la direzione del maestro Ivan Cherednichenko che ha diretto in modo molto classico e tradizionale pur non facendo mancare un proprio tocco personale rallentando alcune parti per poi aumentarne la drammaticità nel finale. Anche il coro guidato da Vadym Yatsenko ha svolto la propria parte, soprattutto grazie al prezioso supporto del Coro delle Voci Bianche del Festival Puccini come sempre all’altezza della situazione, guidato da Silvia Gasperini.


Il cast è stato veramente eccellente ed ha spiccato Liudmyla Korsun (Mimì) con una voce piena negli acuti senza perdere mai l’intimità vocale nei momenti più drammatici e dimostrando una grande spigliatezza recitativa; altrettanto brava è stata Marianna Tsvietinska (Musetta) che oltre alla bravura canora ha dato una grande prova recitativa; buono Mykhailo Malafii (Rodolfo) che mai ha sfigurato negli acuti e ben si è posto nel rapporto con gli altri interpreti; altrettanto si può dire  della prova di Petro Radeyko (Marcello) anche lui dotato di una voce chiara e squillante; hanno meritato anche Yurii Shevchuk (Schaunard) e Taras Berezjanskyi (Colline). Purtroppo per quanto riguarda gli interpreti maschili spesso si è sentita una pronuncia molto spiccata dell’est ma ciò non ha comunque inficiato la loro prova.
Meritati gli applausi finali, soprattutto per le due interpreti femminili.

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