Carmen di Zeffirelli all’Arena di Verona: tra classicità e novità nella scenografia
di
Gabriele Isetto
L’Arena
di Verona rende omaggio al maestro Franco Zeffirelli riproponendo uno dei tanti
suoi capolavori, la Carmen di Bizet,
la cui regia è stata ripresa da Stefano Trespidi che ha curato l’allestimento
in ogni particolare così com’era stato voluto da Zeffirelli.
Pur
non dando una particolare lettura personale alla partitura il maestro e
direttore musicale del festival per la stagione Marco Armillato dirige l’orchestra
di Fondazione Arena in maniera brillante e con gli adeguati adattamenti ai
colori della Carmen, rendendone
l’essenzialità e dando il giusto risalto ai cantanti.
A differenza dello scorso anno in cui il coro era seduto sui gradoni dell’Arena a causa delle restrizioni dovute alla pandemia, fortunatamente quest’anno l’ottimo coro con eccellenti voci, guidato da Ulisse Trabacchin, torna a cantare sul palcoscenico cosa che, anche visivamente, è stata più appetibile per il pubblico.
A differenza dello scorso anno in cui il coro era seduto sui gradoni dell’Arena a causa delle restrizioni dovute alla pandemia, fortunatamente quest’anno l’ottimo coro con eccellenti voci, guidato da Ulisse Trabacchin, torna a cantare sul palcoscenico cosa che, anche visivamente, è stata più appetibile per il pubblico.
La
Carmen è una storia d’amore, gelosia
e morte ed è ricca di personaggi che sono stati interpretati dai rispettivi
cantanti: Clémentine Margaine dà vita alla protagonista Carmen con una
bellissima voce ma nel contempo poca presenza scenica; a differenza di lei
Gilda Fiume nel ruolo di Micaela sa tenere la scena oltre ad essere dotata di
un potente timbro vocale; veramente bravi i due protagonisti maschili
innamorati entrambi di Carmen: Escamillo (un ottimo Luca Micheletti che sa
dominare il palcoscenico sia vocalmente che scenicamente) e Don José (un
bravissimo Brian Jagde, forse più attento alla voce che non alla recitazione).
Come detto prima, la vicenda ha molti personaggi e anche i comprimari se la
sono cavata adeguatamente: Caterina Sala (Farsquita), Caterina Dellaere
(Mercedes), Nicolò Ceriani (Dancairo), Carlo Bosi (Remendado), Gabriele Sagona
(Remendado) e Alessio Verna (Morales).
Questa
edizione del 2022 di Carmen è molto
importante per quanto riguarda l’aspetto visivo dello spettacolo. Franco
Zeffirelli allestì per ben cinque volte quest’opera, e per questa edizione
Carlo Centolavigna (storico collaboratore del Maestro) ha “unito” due
allestimenti: quello del 1995 al Teatro Carlo Felice di Genova e quello del
2009 in Arena, ottenendo un risultato spettacolare, ricco di dettagli e che
colpisce lo spettatore appena entra in teatro. Da sottolineare che sono stati
realizzati degli elementi scenici anche importanti disegnati per l’edizione del
1995 ma mai portati alla luce, grazie alla maestria dei tecnici e degli addetti
dei laboratori della Fondazione.
Fantastici
infine i costumi di Anna Anni, grande amica e collaboratrice di Zeffirelli, di
cui sono stati trovati in Fondazione Arena dei figurini di Carmen mai realizzati prima, e quale miglior occasione se non
proporli per l’edizione in corso? Risultato: costumi in perfetta sintonia con
la città di Siviglia dove si svolge la storia, tutti abiti coloratissimi, ogni gruppo
di personaggi distinto dalla sua tonalità di colore e dai suoi particolari.
Meritati gli applausi finali ed anche a scena aperta per un’opera classica ma che coinvolge ed appaga tutti i sensi dello spettatore.
Le
foto a corredo dell’articolo sono di ©Ennevifoto
Meritati gli applausi finali ed anche a scena aperta per un’opera classica ma che coinvolge ed appaga tutti i sensi dello spettatore.