Risate assicurate con Enzo Decaro in Non è vero ma ci credo di Peppino De Filippo
di
Gabriele Isetto
Risate,
risate e risate grazie alla commedia Non
è vero ma ci credo scritta da Peppino De Filippo andata in scena al Cinema
Teatro 4 Mori di Livorno che porta la firma del bravo regista Leo Muscato che è
anche il direttore artistico della compagnia I due della città del sole, dopo
la scomparsa di Luigi De Filippo.
La
trama dello spettacolo, molto divertente, racconta la vita di Gervasio
Savastano che è tormentato dalla superstizione: tutto va male compresi gli
affari e la famiglia. Un giorno, a un colloquio di lavoro, si presenta il
giovane Alberto Sammaria che viene subito assunto solamente perché ha un grande
pregio agli occhi di Gervasio, anche se in realtà ha un difetto: è gobbo. Tutto
sembra andare bene fino a quando il giovane confessa a Gervasio di essersi
innamorato di sua figlia e da lì si evolvono situazioni spassose che poi
porteranno a un lieto fine.
Con
un susseguirsi di spiritose battute tutto l’ottimo cast, composto da dieci
attori, porta avanti la performance molto
piacevolmente tanto che sembrano trascorsi pochi minuti dall’inizio dello
spettacolo quando invece siamo già alla sua conclusione.
Tra
tutti gli interpreti, oltre all’eccezionale e fortissimo Enzo Decaro, si è
distinto Roberto Fiorentino nel ruolo del gobbo per la sua bravura e per la
presenza scenica. Da menzionare però anche gli altri artisti che non hanno
certo sfigurato nei loro confronti: Francesca Ciardello, Carlo Di Maio, Massimo
Pagano, Gina Perna, Giorgio Pinto, Ciro Ruoppo, Fabiana Russo e Ingrid Sansone.
Da sottolineare la particolare scenografia di Luigi Ferrigno, tutta addobbata con grandi nuvoloni e ombrelli letteralmente appesi sopra le teste dei protagonisti, a proteggere dal temporale ricreato grazie alle luci curate da Pietro Sperduti. Ad un primo esame può risultare straniante la presenza di un temporale al chiuso, ma tutto si spiega con l’ingresso in scena del ragionier Belisario Malvurio.
Da sottolineare la particolare scenografia di Luigi Ferrigno, tutta addobbata con grandi nuvoloni e ombrelli letteralmente appesi sopra le teste dei protagonisti, a proteggere dal temporale ricreato grazie alle luci curate da Pietro Sperduti. Ad un primo esame può risultare straniante la presenza di un temporale al chiuso, ma tutto si spiega con l’ingresso in scena del ragionier Belisario Malvurio.