L’opera barocca trionfa a Pisa con Giulio Cesare

di Gabriele Isetto



Grande successo per la nuova produzione al Teatro Verdi di Pisa del Giulio Cesare di Händel. Come ogni anno la città toscana propone un’opera barocca che ha sempre riscontrato un buon successo di pubblico e quest’anno è stata la volta del Giulio Cesare con la regia di Matteo Mazzoni, subentrato a Enrico Stinchelli che per gravi impedimenti non ha potuto curare la regia come era previsto.
Quest’opera in tre atti, composta dall’autore tedesco nel 1724, narra la vicenda della campagna d’Egitto di Giulio Cesare avvenuta nel 48-47 a.C. e la relativa contrapposizione fra la civiltà romana e quella egizia con al centro le due emblematiche figure di Giulio Cesare e Cleopatra. L’Orchestra Auser Musici, ben diretta dal maestro Carlo Ipata, ha eseguito l’opera in forma integrale e ne è quindi risultato uno spettacolo decisamente lungo, ben quattro ore, in cui inevitabilmente si sono alternate parti molto belle e coinvolgenti ad altre più lente e ripetitive.


Il vero punto di forza di questa messinscena è stato il cast. Tanti e meritati applausi anche a scena aperta per Federico Fiorio (Sesto Pompeo), Rocco Lia (Achilla) e Sonia Prina (Tolomeo) tutti con ottime voci e grande presenza scenica. Marco Bussi e Silvia Dalla Benetta se la sono cavata egregiamente nei rispettivi ruoli di Giulio Cesare e Cleopatra. Bellisma la voce di Magdalena Urbanowicz (Cornelia) specialmente nel duetto con Sesto «Son nata a lagrimar». Infine molto bravi e con un eccellente timbro vocale Patrizio La Placa (Curio) e Antonello Dorigo (Nireno).
Da non dimenticare in quest’opera la presenza dei soldati romani, ben interpretati da quattro figuranti (Lorenzo Galli, Nicola Perone, Lorenzo Scribani e Alessio Venturini) e delle bravissime danzatrici (Barbara Boscaino, Letizia Cecchella, Elisa De Luca, Elena Di Ciolo, Elena Falchini, Valentina Fantozzi, Silvia Fattorini e Valeria Minucci) che hanno impersonato le damigelle di Cleopatra danzando sulle buone coreografie di Daniela Maccari.


Molto bello e pertinente, sia alla trama che hai fatti storici, l’aspetto visivo: un unico impianto scenico curato da Giacomo Callari con diversi elementi per richiamare l’ambiente, coadiuvato dalle suggestive videoproiezioni di Luca Attilii. Si è notata l’accuratezza della ricerca storica e si è saputa restituire la tipica messa in scena barocca tramite le videoproiezioni. Azzeccati anche i costumi di Arianna Sartoria che richiamano perfettamente lo sfarzo dell’antico Egitto e dell’impero romano.
Dieci minuti di applausi finali hanno confermato il successo di questo spettacolo.

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