Casanova: un buon musical ma manca il guizzo nella trama

di Gabriele Isetto



Fino al 20 febbraio milanesi e turisti potranno recarsi al Teatro Arcimboldi di Milano per assistere al nuovo musical Casanova Opera Pop prodotto e composto da Red Canzian, su libretto di Matteo Strukul e tratto dal suo stesso romanzo Giacomo Casanova – La sonata dei cuori infranti e liriche di Miki Porru. La buona regia dello spettacolo è stata affidata ad Emanule Gamba che da poco tempo è diventato il direttore artistico della stagione di prosa del Teatro Goldoni di Livorno.
La trama dello spettacolo, a mio parere poco avvincente, narra le avventure di Giacomo Casanova arricchite da un intrigo politico che si risolve con un finale semplice e banale. La messinscena è aiutata però dalle canzoni orecchiabili e che rimandano a precedenti kolossal del musical.


Eccellente il cast, tutto composto da volti affermanti nel campo del musical: il protagonista è interpretato dall’ottimo Gian Marco Schiaretti perfetto per il personaggio sia per la sua straordinaria voce nel canto che per la sua fisionomia; Angela Cinquantini è una bellissima Francesca che regge molto bene la scena; Gipeto (l’inquisitore), Roberto Colombo (Zago) e Manuela Zanier (La contessa) sono i cattivi di turno con timbri vocali adeguati al ruolo ed eccellente presenza scenica; molto simpatico e bravo Paolo Barillari nel ruolo di Frate Balbi; anche se il suo personaggio muore subito, un abilissimo Jacopo Sarno dà vita al personaggio di Alvise; molto preparato e con una gran bella voce Antonio Orler che interpreta con maestria il Doge e Bragadin; infine veramente brave Alice Grasso (Gretchen), Rosita Denti (Rosa) e Silvia Scartozzoni (Elena da Padova).


Trattandosi di un musical non potevano mancare acrobati e corpo di ballo, molto ben preparati da Roberto Carrozzino e Martina Nadalinii. Sto parlando di dieci capacissimi danzatori: Vittoria Markov, Alberto Chianello, Filomena Fusco, Raffaele Guarino, Federica Esaminato, Mirko Aiello, Cassandra Bianco, Mattia Fazioli, Eleonora Dominici e Olaf Olguin.
Bello l’impianto scenografico di Massimo Checchetto in stile barocco, aiutato da oggetti di scena e dalle buone videoproiezioni della città di Venezia e altrettanto belli e coerenti i costumi in cui si evince l’artigianalità del lavoro, realizzati da Stefano Nicolao e dalla sua importante impresa per il costume di scena, la Nicolao Atelier di Venezia.

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