La Traviata di Ivan Stefanutti: temi sempre attuali

di Gabriele Isetto



Applausi a scena aperta per La Traviata di Giuseppe Verdi che è andata in scena al Teatro Goldoni di Livorno con la bellissima regia di Ivan Stefanutti che ha curato anche le scene, le proiezioni ed i costumi.
La vicenda in questo spettacolo non si svolge più nel 1700 come da libretto, ma negli anni 30 per sottolineare, come afferma il regista, che le tematiche contenute nell’opera sono insite negli uomini di ogni epoca e quindi sempre attuali. Tutti i cantanti si muovono in una scenografia semplice ma efficace, con pochi elementi di arredo, ben coadiuvata dalle videoproiezioni di una città non megli definita: una via di mezzo tra New York e una città ideale che ricorda molto il film Metropolis (1927) di Fritz Lang. Veramente belli i costumi realizzati dall’Atelier Nicolao s.r.l. di Venezia, abiti da sera tutti molto eleganti e curati nei dettagli. Altrettanto interessante e diversa da altri allestimenti di Traviata, l’entrata in scena delle zingarelle e dei toreri, non sono infatti danzatori in carne ed ossa, ma semplicemente dei pupi.


Dinamica e vivace è stata la direzione di Francesco Rosa che ha ben diretto l’Orchestra Regionale Filarmonia Veneta ben alternando le arie più leggere come il brindisi del primo atto ad arie più intime come ad esempio «Di Provenza il mar» o «Addio, del passato bei sogni ridenti». Sullo stesso livello dell’orchestra, veramente buona è stata la prova del Coro Lirico Veneto, significativo nel primo e secondo atto, sotto la guida di Giuliano Fracasso.


Encomiabili e molto applauditi dal pubblico Claudia Pavone e Simone Piazzola nei rispettivi ruoli di Violetta e Giorgio Germont, entrambi con il loro ottimo registro vocale che rispecchia l’anima ed il carattere dei loro personaggi. Accettabile l’Alfredo di Gianluca Terranova ripresosi solamente nel secondo atto. Da sottolineare la bravura di Michela Bregantin (Annina) e Andreina Drago (Flora) due bellissime voci ed efficaci nella recitazione.  Buona la prova del resto della compagnia: Emanuele Giannino (Gastone), Francesco Toso (Obigny), William Corrò (Douphol), Michele Zanchi (Grenvil), Roberto Capovilla (Giuseppe), Giovanni Bertoli (Commissario) e Giuseppe Nicodemo (domestico).
 
Le foto di scena a corredo dell’articolo sono di © Andrea Simi

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