Diamoci del tu: il coinvolgimento dello spettatore

di Gabriele Isetto



Il Cinema Teatro 4 Mori di Livorno ha inaugurato il nuovo anno con la messinscena di Diamoci del tu del drammaturgo canadese Norm Foster e con la regia di Enrico Maria Lamanna.
Lo spettacolo racconta il rapporto tra uno scontroso scrittore di nome David e la sua domestica Lucy che lavora per lui da 28 anni. David si rende conto di non sapere assolutamente niente della donna e, complice una brutta serata, i due iniziano a parlare scoprendosi ed offrendosi l’uno all’altro creando alcuni momenti divertenti e molti drammatici. In questo modo si abbatte la barriera sociale tra i due che, attraverso il racconto della loro vita, toccano tematiche che riguardano la vita di ognuno di noi. Lucy, occupandosi da così tanto tempo della casa, conosce tutta la vita di David sia quella privata che quella lavorativa, anche perché è segretamente innamorata di lui, che invece non sa niente di lei.
Essendo un atto unico, la bella scenografia è fissa e rappresenta il salotto del padrone di casa e, sulla destra, uno sfondo nero serve a dar risalto ad oggetti di scena che vengono portati di volta in volta a sottolineare i ricordi di David come ad esempio una culla legata al ricordo del figlio morto o una testiera di un letto di ospedale in ricordo del padre.
Sul palcoscenico si confrontano nei rispettivi ruoli i bravissimi Gaia De Laurentiis e Pietro Longhi che interagiscono tra loro con i giusti tempi, intervallando monologhi e dialoghi, che ci portano avanti e indietro nella profondità delle loro esistenze dando estremo risalto alla parola del testo drammaturgico. Tutto ciò nasce dal desiderio di David che sente il bisogno di scendere dal suo isolamento arroccato e condividere la propria storia dal momento che ha scoperto di avere una grave malattia.
Emerge tutto il coinvolgimento dello spettatore di fronte alla fragilità umana, che diventa centralità della situazione.

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