Madama Butterfly: il dramma dell’attesa secondo Chiara Muti

di Gabriele Isetto



Chiara Muti, figlia del famosissimo direttore d’orchestra Riccardo Muti, per il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino ha curato la regia di un nuovo allestimento di Madama Butterfly di Giacomo Puccini che resterà in scena fino a fine dicembre e che ha già riscontrato un buon successo di pubblico.
Per comprendere l’aspetto visivo dello spettacolo, non molto apprezzato dai puristi, bisogna conoscere l’idea della regista che afferma nelle note di regia “Il dramma dell’attesa. Non c’è bisogno che di pochi elementi per delineare una casa che in realtà non esiste, ne mai esisterà. Il “nido nuziale” è un malinconico miraggio”. Da queste parole la scenografa Leila Fteita ha creato una bellissima scenografia simbolica, totalmente vuota con alcuni elementi scenici che hanno trovato il loro apice nella luna quando canta il famoso coro muto e nei fiori primaverili durante l’aria di Butterfly «Tutta la primavera». Anche negli ottimi costumi di Alessandro Lai ritroviamo le parole di Chiara Muti, semplici, mai sfarzosi e che richiamano comunque il Giappone. Interessanti due scelte registiche: durante l’overture viene “spoilerato” già il finale dell’opera con un video in cui si mostra il suicidio della protagonista, mentre nella scena finale vediamo l’anima di Butterfly volare verso il cielo. L’unica pecca dello spettacolo è stato il ripetersi di un video in cui viene mostrato il mare che alla lunga ha un po’ stancato nonostante simboleggi la vana speranza di Butterfly.


Il direttore Francesco Ivan Ciampa dirige autorevolmente l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino e rende bene la tensione del racconto operistico mettendo in risalto le finezze della partitura e supportando i cantanti.
Come sempre va sottolineata la bravura del maestro Lorenzo Fratini che ha guidato un ottimo coro.


Preparato il cast dello spettacolo: Ottime la soprano Svletana Aksenova (Butterfly) e la mezzosoprano Laura Varrecchia (Suzuki) entrambe con un bella voce e che hanno ricevuto moltissimi applausi. Accettabile il Pinkerton di Sergej Skorokhodov un po’ giù di tono inizialmente ma che si è ripreso. Eccellente Alessandro Luongo (Sharpless) ottimo timbro vocale e ottima presenza scenica. In questo allestimento la regista ha voluto dare risalto a un personaggio che normalmente non viene considerato: il Goro, qui ben interpretato da Paolo Antognetti che attraverso piccoli sketch ha fatto sorridere il pubblico. Buona la prova di tutti gli altri membri del cast: André Courville (principe Yamadori), Cristian Saitta (zio Bonzo), Nicolò Ayroldi (Yakusidé); Francesco Samuele Venuti (il commissario imperiale), Alfonso Zambuto (ufficiale del registro), Elena Cavini (la madre), Nadia Pirazzini (La zia) e Natsuko Kita (la cugina).
 
Le foto di scena a corredo dell’articolo sono di © Michele Monasta

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