Peter Brook riscrive con successo la Carmen di Bizet

di Gabriele Isetto



Finalmente il Teatro Goldoni di Livorno ha potuto riaprire le sue porte al pubblico con capienza piena ed ha inaugurato la stagione lirica 2021/2022 con un titolo abbastanza innovativo, stiamo parlando de La tragédie e Carmen scritta nel 1981 da uno dei più famosi registi del Novecento: Peter Brook.
Già dal titolo dell’opera possiamo capire che si tratta di un adattamento della Carmen di Georges Bizet in cui Brook ha cancellato tutto l’aspetto folkloristico, il coro e ridotto gli orchestrali a soltanto 15 elementi per concentrasi sui sentimenti dei personaggi avendo uno sguardo più attuale e più al femminile rispetto alla vicenda di Bizet, datata 1875. Altro importante aspetto è stato l’aggiunta di personaggi non presenti nel melodramma di Bizet, ma che sono invece presenti nella novella Carmen di Prosper Mérimée da cui tutto inizia.


La versione andata in scena al Teatro Goldoni, che porta la firma della regista Serena Sinigaglia, è stata apprezzata perchè è stato fatto un buon lavoro soprattutto pensando che la compagnia ha avuto solamente una settimana di prove.
Come già detto l’orchestra in questo caso è composta solamente da 15 elementi e il belga Eric Lederhandler ha diretto con maestria l’Orchestra del Teatro Goldoni di Livorno evidenziando le arie più famose dell’opera come l’amour est un oiseau rebelle (habanera) e Les Toreradors. Prima che si alzasse il sipario ed iniziasse lo spettacolo è stato eseguito il brano sinfonico L’Arlésienne composto da Bizet, proprio per rendere omaggio al compositore e rendere ancor più speciale la serata.


Veramente bravi i sette membri della compagnia, tre dei quali attori e non cantanti perché Brook ha voluto che i nuovi personaggi inseriti dalla novella recitassero e non cantassero. Gli attori sono stati abili comunque ad interfacciarsi con chi cantava ed erano: Simone Tudda (Zuniga e Garcia), David Remondini (Lillas Pastia e Un brigadiere) e Ludovica Tinghi (Amica di Carmen e vecchia zingara). I cantanti tutti con un bel timbro vocale, a seconda dei loro personaggi, e buona presenza scenica sono stati: Lorrie Garcia (Carmen), Tea Purtseladze (Micaela), Andrea Bianchi (Don Josè) e César Méndez Silvagnoli (Escamillo).
Molto apprezzabile anche l’aspetto visivo della messinscena. La scenografia di Maria Spazzi è una semplice collinetta fatta interamente di sabbia, che cala anche dall’alto quasi a dare il senso di una clessidra e dello scorrere del tempo. Molto belli i costumi di Katarina Vukcevic soprattutto quello indossato dalla protagonista nella scena finale, rosso fuoco: il simbolo della passione.
 
Le foto a corredo dell’articolo sono di © Augusto Bizzi

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