POVERO RIGOLETTO: TRA GANGSTER, PISTOLE E METROPOLITANA

di Gabriele Isetto



A differenza di altre opere messe in scena dal regista torinese Davide Livermore, che a chi vi scrive sono piaciute molto, l’allestimento del Rigoletto di Giuseppe Verdi per il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino mi ha lasciato un po’ interdetto.
Lo spettacolo si apre con una bella e ricca scenografia, curata da Giò Forma, che già dalla prima scena fa intuire che il regista “tradisce” il libretto di Piave spostando l’azione in epoca moderna con tanto di gangster e pistole che portano un cambiamento abbastanza importante alle parole che vengono pronunciate nel libretto; si pensi a Sparafucile che esclama «La spada, s’ei dorme, va’ … portami giù» la stessa spada con cui verrà uccisa Gilda … ma vediamo come oggetto di scena una pistola. Altri aspetti non concordando con le didascalie del libretto: la casa di Rigoletto diventa una lavanderia, la sponda del fiume Mincio si trasforma in una stazione della metropolitana. Livermore nelle note di regia ha dato una spiegazione del perché di queste scelte: «perché siamo in basso e le cose sprofondate nella terra hanno un peso specifico diverso. In una stazione della metropolitana non si sorride. Quando ci sono atti di violenza, si vedono riprodotti da telefonini anonimi, che poi postano delle immagini terribili, ma non prendono atto.» chi vi scrive ha capito il pensiero del regista ma non concorda perché, ben venga la modernizzazione, ma essa deve pur sempre essere contestualizzata e rispettare le parole che hanno un peso. Belli i costumi di Gianluca Falaschi, anch’essi avulsi dal contesto, in tema con il mondo dei ganster.


Molto convincente la parte musicale, dove il maestro Riccardo Frizza ha diretto la storica Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino con un ritmo travolgente che cattura l’attenzione dello spettatore sulle arie più famose.
Come sempre nulla da dire sul coro del Maggio, guidato da Lorenzo Fratini, se non che sono stati ottimamente all’altezza del loro compito, considerando che in Rigoletto il coro è molto importante.


Più che eccellenti i cantanti: lunghi applausi finali (con pubblico in piedi) per Amartuvshin Enkhbat nel ruolo del Rigoletto; Piero Pretti ha reso giustizia al Duca che con il suo timbro vocale ha cantato benissimo l’aria «la donna è mobile»; Mariangela Sicilia è stata una bravissima Gilda; veramente bravi Alessio Cacciamani e Caterina Piva rispettivamente nei ruoli di Sparafucile e sua sorella Maddalena. In Rigoletto ci sono moltissimi altri personaggi, tutti interpretati da ottimi cantanti: Valentina Corò (Giovanna), Roman Lyulkin (Monterone), Francesco Samuele Venuti (Marullo), Antonio Garès (Borsa), Davide Piva (Ceprano), Marilena Ruta (Contessa di Ceprano).
Questo spettacolo rimarrà forse nella storia del teatro del Maggio Musicale Fiorentino perché ha segnato il ritorno del pubblico, dopo la pandemia, con la capienza piena.
 
Le foto a corredo dell’articolo sono di © Michele Monasta

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