Linda di Chamounix al Maggio Musicale: uno spettacolo piacevole e scorrevole

di Gabriele Isetto


Nel periodo della pandemia purtroppo sono stati sospesi alcuni spettacoli che fortunatamente sono stati riproposti in questa nuova stagione teatrale e questo è accaduto anche al Maggio Musicale Fiorentino con la Linda di Chamounix di Gaetano Donizetti, per la regia di Cesare Lievi che ha messo in scena spettacolo piacevole e scorrevole.
Finalmente il pubblico ha assistito ad un’opera in cui è presente il lieto fine (a differenza di quasi tutti i melodrammi che invece hanno un tragico finale). La vicenda si svolge in Francia e ruota attorno alla protagonista Linda (interpretata dall’ormai affermata e bravissima Jessica Pratt con una voce molto acuta adatta al personaggio) desiderata carnalmente dal marchese di Boisfleury (un simpaticissimo Fabio Capitanucci rende onore al personaggio e non a caso nel libretto è definito “basso buffo”). Linda però è segretamente innamorata di Carlo (il bravissimo tenore  Giulio Pelligra che si è distinto nell’aria «Se tanto in ira agli uomini») ma i genitori della ragazza, Antonio (l’eccellente Vittorio Prato, baritono con una grande voce) e Maddalena (l’ottimo soprano Marina De Liso) vengono informati delle intenzioni del marchese dal Prefetto (Michele Pertusi, con una timbro autorevole e potente) e quindi decidono di far fuggire Linda a Parigi con Pierotto (interpretato dalla simpatica Teresa Iervolino, che con il trucco ricorda molto un personaggio della Commedia dell’arte).


A dirigere l’Orchestra del Maggio Musicale il giovanissimo e ottimo Michele Gamba che con misura  e rispetto riesce a creare il giusto equilibrio tra l’orchestra ed i cantanti. Come sempre, una grande lode va al Coro del Maggio guidato dall’ormai conosciuto Lorenzo Fratini del quale sono note le qualità.
Molto interessante a mio parere la scenografia di Luigi Perego, puramente simbolica nel primo atto con due impalcature d’acciaio quasi a ricordare la base della Torre Eiffel e un albero in cui si può notare il passaggio delle quattro stagioni, mentre il secondo atto presenta una scenografia “concreta” in cui viene rappresentata la casa di Parigi. Buoni e coerenti con la vicenda anche i costumi dello stesso Perego, semplici e mai sfarzosi trattandosi di un’opera che non riguarda nobili o eventi storici.

La scenografia del secondo atto (in questa foto Carlo è interpretato da Francesco Demuro)

In conclusione è stato allestito uno spettacolo che ha meritato gli applausi che ha ricevuto, sperando che venga riproposto tra qualche anno per dare la possibilità a chi non ha potuto vederlo, a causa della ristrettezza della capienza dei posti in sala, in questo periodo che stiamo vivendo.
 
Le foto a corredo dell’articolo sono di © Michele Monasta

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