Mascagni Festival: finalmente torna in scena L’Amico Fritz

di Gabriele Isetto


Nella meravigliosa cornice del Lago Alberto nella Tenuta Bellavista Insuese a Guasticce, in provincia di Livorno, nell’ambito del Mascagni Festival 2021, in coproduzione con il Teatro Goldoni di Livorno, è andata in scena l’opera L’Amico Fritz del compositore livornese Pietro Mascagni.

La regia dello spettacolo è stata affidata alla giovane Giulia Bonghi che ha diretto un ottimo cast di cantanti, tutti provenienti dalla Mascagni Academy. La trama dell’opera è semplice: Fritz (interpretato da Fabio Serani) è un giovane scapolo che rivela al suo amico David (il bravissimo Luca Bruno), un rabbino, la sua ostilità per il matrimonio scommettendo la propria vigna che mai prenderà moglie. Nel frattempo vengono introdotti gli altri personaggi: Suzel (una eccellente Carmen Lopez con un bella voce), la figlia del fattore di Fritz; lo zingaro Beppe (Mana Yamakava) che è un suonatore di violino; la cameriera di Fritz, Caterina (Raffaella Marongiu); Hanezò (Alessandro Martinello) e Federico  (Tiziano Barontini) due amici di Fritz. Durante lo sviluppo della trama tra il giovane scapolo e Suzel nascerà l’amore che avrà il lieto fine e la ragazza riceverà da David come regalo di nozze la vigna, vinta con la scommessa.
Buona la prova dell’Orchestra del Teatro Goldoni diretta dall’abilissima e frizzante Gianna Fratta che nella sua direzione ha avuto un accorgimento particolare per gli attacchi dei coristi della Schola Cantorum Labronica ben guidati da Maurizio Preziosi, che avevano un compito non facile essendo fuori palco. Peccato che il palcoscenico fosse troppo basso, tant’è che i movimenti della direttrice d’orchestra coprivano in parte i cantanti in scena.
Lo spettacolo ha avuto anche qualche nota dolente come ad esempio l’uso dei microfoni che amplificavano il canto, cosa che va bene per il musical ma non per l’opera lirica. Anche  l’aspetto visivo ha avuto alti e bassi: buoni i costumi, inerenti con il libretto dell’opera, creati dall’Accademia Linguistica di Genova sotto la guida di Diego Fiorini; la scenografia invece ha lasciato perplessi infatti tutto si è ridotto ad  un semplice tavolino con delle sedie sempre in scena. Molto belle le videoproiezioni di Immersiva ma non sempre congruenti con la storia e, se non si conosce la vicenda dell’opera, lo spettatore fatica a comprendere i vari ambienti:il primo e l’ultimo atto si svolgono in casa di Fritz, mentre il secondo nel cortile della fattoria di Suzel.

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