La Tosca simbolista di Stefania Sandrelli

di Gabriele Isetto



Tutto esaurito per la prima di Tosca al Gran Teatro all’aperto Giacomo Puccini di Torre del Lago che ha visto Stefania Sandrelli al suo debutto come regista di un’opera lirica e che ha voluto dare un’importa totalmente nuova a questo titolo. Ogni atto ha un significato simbolico e questo è stato evidenziato ancora di più dall’aspetto visivo, grazie alle belle scenografie e ai bei costumi, entrambi curati da Andrea Tocchio.


Il primo atto si apre nella chiesa di Sant’Andrea Della Valle tutta in bianco e nero e ispirata alle incisioni del Piranesi. Il secondo atto, ambientato nello studio del barone Scarpia, rappresenta il potere di quest’ultimo grazie ai tre elementi che dominano la scena: una grande mappa di Roma disegnata sulla parete, un tavolo con una carcassa simbolo della personalità di Scarpia essendo un carnefice, ed infine l’Angelo di Castel Sant’Angelo sullo stesso livello del barone perché egli vorrebbe paragonarsi a Dio e alla Chiesa. Nell’ultimo atto, che si svolge a Castel Sant’Angelo, ancor più esplicito il messaggio che Stefania Sandrelli ha voluto dare a tutta l’opera: Tosca come simbolo della violenza sulle donne e per farlo la scena è cosparsa di scarpe rosse e l’Angelo del castello è bendato con un foulard di colore fucsia; questo colore è fondamentale perché appare sia nel secondo atto “colorando” il fiume Tevere della mappa, sia nel costume della protagonista, forse troppo rosa shocking, realizzato per l’occasione dalla Fondazione Cerratelli. Secondo chi scrive, pur condividendo ovviamente l’importanza del messaggio contro la violenza sulle donne, non trovo nesso con la figura di Tosca, donna tutt’altro che vittima ma anzi con una personalità ben definita e che decide del proprio destino spingendosi fino alla morte, senza contare la frase cantata da Scarpia: «violenza non ti farò. Sei libera. Và pure».


Il maestro Alberto Veronesi, una presenza ormai fissa del Festival, ha diretto l’orchestra del Festival Puccini con maestria ma rallentando la partitura e ciò, in alcuni momenti, fa perdere parte del pathos che le note pucciniane trasmettono.
In questo allestimento di Tosca nel cast sono presenti alcuni giovani cantanti come il bravissimo tenore Vincenzo Costanzo, al suo debutto a Torre del Lago, nel ruolo del pittore Mario Cavaradossi con un’ottima presenza scenica e un ottimo timbro vocale esaltato ancor di più dal rallentamento della partitura essendo un tenore spinto; stesso discorso vale anche per Franco Vassallo nel ruolo di Scarpia che con la sua vocalità ha saputo rendere la malvagità del personaggio. Preparata Hiromi Omura nel ruolo della protagonista che si è conquistata applausi a scena aperta dopo vissi d’arte. Buona la prova di Christian Federici nel ruolo di Angelotti, anche se purtroppo il suo personaggio si vede solamente nel primo atto. Un’abile presenza scenica per Nicola Pamio nel ruolo di Spoletta. Bravissimo anche il resto del cast che però come in tutti gli allestimenti di quest’opera è poco considerato: Gianni Luga Giuga (Sagrestano), Michelangelo Ferri (Sciarrone), Francesco Facini (Carceriere) e Gaia Niccolai (un pastorello).
 
Le foto di scena a corredo dell’articolo sono di © Giorgio Andreuccetti e Aldo Umicini

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