Intervista a Vincenzo Costanzo

di Gabriele Isetto


Venerdì 23 luglio a Torre del Lago, nell’ambito del 67° Festival Puccini, debutterà l’opera Tosca con la regia di Stefania Sandrelli e per l’occasione il giovanissimo tenore Vincenzo Costanzo che interpreterà il ruolo di Cavaradossi mi ha concesso un’intervista.
 
 
Che tipo di lavoro le è stato richiesto da parte di Stefania Sandrelli per immedesimarsi nel personaggio di Cavaradossi?
 
Stefania Sandrelli ha voluto una Tosca molto giovane, tant’è vero che la maggior parte del cast è molto giovane come me, ha voluto sottolineare la psicologia di Mario Cavaradossi, un Cavaradossi molto rivoluzionario però con una mente molto libertina, giovane, forte, pieno di passione e mi sono trovato molto bene con il pensiero di Stefania Sandrelli, ho accettato tutto quello che lei mi ha detto e stiamo facendo un grande lavoro.
 
 
Solitamente Cavaradossi è spesso interpretato da cantanti più maturi. La sua giovane età in cosa la avvantaggia nel ruolo e in che cosa pensa che potrebbe penalizzarla?
 
La vita, l’amore e la morte sono sentimenti senza età e Cavaradossi non c’è bisogno che lo debba interpretare un giovane oppure un vecchio, deve essere un tenore che deve trasmettere questi sentimenti che non hanno età.
 
 
Si troverà di fronte uno dei problemi più grandi che ha un cantante lirico: cioè cantare in un teatro all’aperto dove l’acustica non è certamente ottima. Ha paura che non si possa godere appieno del suo timbro vocale? Ed eventualmente quali escamotage metterà in atto?
 
Riguardo al fattore di cantare all’aperto è una sfida che mi è stata proposta ed io ho accettato molto volentieri perché ti mette in condizione di stare sempre tutti i giorni in continuo studio e perfezionamento di te stesso. Trovo questo luogo veramente molto “magico” e questo mi aiuta tantissimo.
 
 
Quanto influiscono i costumi che indossa e le scenografie che la circondano sulla sua recitazione e sul suo canto?
 
Riguardo ai costumi, io non indosso solamente dei vestiti e delle stoffe ma bensì indosso l’idea che ha il regista e quindi tutto fa parte dello spettacolo. Visto che mi trovo in perfetta sintonia con i costumisti e con quello che dice la signora Sandrelli, vuoi il posto “magico”, vuoi che abbiamo fatto un bel lavoro, tutto ha aiutato tanto, non solo il vestito, perché il vestito fa parte di un lavoro complesso che c’è dietro settimane di preparazione e di prove.
 
Lei che è così giovane, è più incuriosito dalle innovazioni registiche o preferisce che lo scrigno che racchiude l’opera sia più classico?
 
Riguardo la regia moderna o quella classica per me non c’è differenza ma bensì è importante lo scopo finale, cioè arrivare al pubblico. Se una regia moderna arriva al pubblico e fa emozionare ben venga e sono felice, come anche se le regie tradizionali sono emozionanti e arrivano al pubblico ben venga lo stesso. Non c’entra niente moderno o classico, l’importante è arrivare al pubblico. L’importante è fare una regia che arrivi al cuore delle persone, sia che sia moderna sia che sia tradizionale.
 
 
Dopo questa esperienza cos’altro la aspetta?
 
Vorrei dire cosa ho fatto prima di questa esperienza: ho fatto sempre un lavoro pucciniano, la mia prima esperienza cinematografica con Gianni Schicchi il film con la regia di Damiano Michieletto. Abbiamo fatto un mese intenso di riprese, è stato un esperimento meraviglioso ed il film sarà trasmesso a dicembre su Rai1. Dopo questa Tosca farò Adriana Lecouvreur in Germania, che era stata sospesa ad aprile a causa del covid-19, e sono molto felice anche perché Maurizio di Sassonia è un ruolo che mi ha dato molte soddisfazioni e in cui mi trovo molto bene.
 
 
Un saluto ai lettori?
 
Ringrazio te e tutti i lettori di questa intervista, e vi aspetto a Torre del Lago.

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