TURANDOT TRA ARTE E SPETTACOLO: UNA GRANDE MOSTRA A PRATO

di Gabriele Isetto


Giovedì 20 maggio è stata presentata alla stampa la bellissima mostra Turandot e l’Oriente fantastico di Puccini, Chini e Caramba al Museo del Tessuto di Prato e che sarà visitabile a tutti i turisti da domani, sabato 22 maggio, fino 21 novembre.
La conferenza stampa è stata coordinata dal direttore del Museo Filippo Guardini che, dopo aver illustrato l’argomento dell’esposizione, ha dato la parola ai vari ospiti che hanno reso merito ai vari collaboratori grazie ai quali è nato questo progetto in cantiere da due anni. Gli intervenuti sono stati: Francesco Nicola Marini presidente Fondazione Museo del Tessuto; Marco Benvenuti presidente Sistema Museale di Ateneo-Università degli Studi di Firenze; Matteo Biffoni sindaco di Prato; Lina Neri direttore di Area Imprese Firenze e Prato Intesa Sanpaolo; Vanessa Gavioli curatrice Collezioni della Galleria di Arte Moderna e del Museo della Moda e del Costume (Gallerie degli uffizi); Alessandro Sartori assessore alla Cultura del Comune di Montecatini; Maria Laurea Simonetti presidente Fondazione Festival Puccini; Daniela Degl’Innocenti conservatrice Museo del Tessuto e curatrice della mostra; Monica Zavattaro curatrice SMA.


Interessantissimo l’intervento della curatrice Daniela Degl’Innocenti che ha illustrato com’è nato questo progetto: nel 2018 è stato aperto un baule contenete il guardaroba di Iva Pacetti, famoso soprano pratese. Dopo varie indagini, la curatrice ha riconosciuto in due costumi lo stile di Luigi Sapelli detto Caramba arrivando a scoprire che si trattava dei due abiti realizzati per la prima assoluta dell’opera. Partendo proprio da qui è nata l’idea di allestire una mostra che spiegasse la nascita della Turandot, in particolare il rapporto tra Puccini e Galileo Chini, il quale realizzò le scenografie per la prima.
Ma adesso entriamo proprio nel vivo del percorso espositivo di circa 1.000 metri quadri e che occupa tre sale del Museo: nella prima, la sala dei tessuti antichi, sono esposti circa 120 oggetti provenienti dalla collezioni Chini e che dimostrano l’influenza dell’arte cinese e thailandese sull’artista infatti, in questa sezione troviamo non soltanto oggetti legati al mondo del teatro ma anche alla storia dell’arte. Possiamo osservare la bellezza dei costumi, delle maschere teatrali, di pregiate porcellane, strumenti musicali e tanto altro.


Proseguendo nella seconda sala, al piano superiore, possiamo ammirare i meravigliosi bozzetti creati da Chini per le scenografie della Turandot, di proprietà dell’Archivio Storico Ricordi, in cui è evidente il grande impatto che il viaggio in Siam ebbe sull’artista. Una chicca di questa sala sono i figurini creati da Filippo Brunelleschi e il manifesto originale della prima assoluta dell’opera.
Sicuramente la sala più bella è la terza, a conclusione del percorso, in cui sono esposti moltissimi e sontuosi costumi creati da Luigi Sapelli, in arte Caramba, più altri 30 di proprietà della Sartoria Daevalle di Torino, però non voglio anticipare altro perché questa è una mostra che merita assolutamente di essere vista.

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