Un eterno Plácido Domingo illumina il Nabucco al Teatro del Maggio
di
Gabriele Isetto
Per
la terza volta il Nabucco di Verdi
con la regia di Leo Muscato torna sul palcoscenico del Teatro del Maggio di
Firenze. Oltre ad alcune cambiamenti legati alle norme anti-covid, come ad
esempio il coro che durante tutta l’opera è costretto a usare la mascherina o
ad indossare un solo costume di scena, non si perde comunque il grande valore
dello spettacolo.
Stella
della serata il grandissimo nome di fama mondiale che ha interpretato il
protagonista ricevendo numerosi e scroscianti applausi: Plácido Domingo.
L’interprete non ha certo bisogno di presentazione e anche stavolta ha
dimostrato tutto il suo carisma e la sua bravura, da sottolineare è il cambio
di registro vocale che ha fatto nel tempo infatti nasce come tenore ma adesso è
un eccellente baritono.
Come
sempre Lorenzo Fratini guida il virtuoso Coro del Maggio che in Nabucco ha un ruolo fondamentale, è uno
dei protagonisti, ricevendo quasi due minuti di applausi dopo l’esecuzione del Và pensiero, mentre Paolo Carignani, con
la sua personalità, porta l’Orchestra del Maggio a dare una prova eccellente restituendoci
una musica chiara e brillante.
Un
eccellente cast ha affiancato Domingo: Maria José Siri ha debuttato nel ruolo
della schiava Abigaille perfetta per il personaggio e ottenendo anche lei un
enorme successo; un ottimo registro vocale quello di Alexander Vinogradov nella
parte di Zaccaria; veramente bravi Fabio Sartori e Caterina Piva
rispettivamente nei panni di Ismaele e Fenena; Buonissima prova anche per:
Alessio Cacciamani (il gran sacerdote di Belo), Alfonso Zambuto (Abdallo) e
Carmen Buendia (Anna).
Parlando
dell’aspetto visivo dello spettacolo, essenziale e funzionale la scenografia
creata da Tiziano Santi «una grande scatola con un continuo movimento di muri
che si alzano e si abbassano per suggerire ambienti diversi» aiutata dal
magistrale uso delle luci, a sottolineare i momenti salienti, ideate da
Alessandro Verazzi. In questa cornice i protagonisti indossano bellissimi
costumi atemporali curati da Silvia Aymonino.
Lunghi
e meritati sono stati i dieci minuti di applausi finali, non soltanto al
maestro Domingo, ma anche a tutti gli altri membri del cast, all’orchestra e al
coro. Il teatro ha comunque registrato un tutto esaurito purtroppo per quanto
consentito in questo difficile momento. La speranza è che presto si possa
tornare a teatro a godere di altri spettacoli con un “vero” tutto esaurito perché
tutti possano goderne.
Le
foto di scena a corredo dell’articolo si © Michele Monasta