Ci sono giorni che non accadono mai: la realtà dell’illusione


di Gabriele Isetto


Il Festival Puccini, tornato nella sua sede abituale sulle rive del lago, venerdì 10 luglio ha ospitato lo spettacolo Ci sono giorni che non accadono mai interpretato da Isabella Ferrari e Sergio Castellitto che ne ha curato anche la regia. Il testo di Valerio Cappelli è stato pensato durante il periodo del lockdown e narra la storia di un amore quasi erotico che nasce e finisce durante l’isolamento. 
È un cammino nella psiche dei due personaggi, Silvia ed Evaristo, diametralmente opposti tra loro, che si sono conosciuti tempo prima e riallacciano il rapporto durante la pandemia. Inizia così un contatto telefonico serrato che diventa quotidiano ed in cui la loro intesa si trasforma in qualcosa di più profondo e, partendo dall’insoddisfazione delle reciproche relazioni coniugali, arrivano ad instaurare una loro relazione in cui saltano tutti i freni inibitori d ciò fa sì che ne scatu dirisca un rapporto erotico e sensuale ma virtuale che deve però fare i conti con la realtà del momento e con l’impossibilità di vedersi.
Ma cosa è sogno e cosa è realtà in un periodo di sospensione totale anche dell’anima? I sogni, i desideri presto si scontrano con la routine e tutto si rarefà fino a finire.
Sia Castellitto che la Ferrari con le sfumature della loro voce, ed il primo anche con la gestualità rendono onore ai loro personaggi dando un peso sempre diverso alle parole mettendo così in risalto anche le differenze culturali tra i due.
Fondamentale nella storia la colonna sonora a partire dal tema di apertura e di chiusura composto da Ennio Morricone, una musica al contempo dolorosa, grandiosa e toccante. Non da meno le altre canzoni che segnano le varie tappe di questo percorso partendo da Pensiero stupendo di Patty Pravo per proseguire con La Cura di Battiato, Alta Marea di Venditti e per finire Portati via di Mina.
Uno spettacolo particolare che dà voce ad un aspetto di uno spaccato di vita vissuto da tutti noi.

La foto a corredo dell’articolo è di © Lorenzo Montanelli

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