Gli opposti si sfiorano in Il cielo sopra il letto
di
Gabriele Isetto
Dopo
la pausa delle feste natalizie è ripresa la stagione di prosa del Teatro
Goldoni di Livorno che il 10 gennaio ha ospitato Il cielo sopra il letto, famoso testo del britannico David Hare,
che Luca Barbareschi ha tradotto e adattato per il teatro italiano curandone
anche la regia e mettendo ancor più in evidenza le contrapposizioni del nostro
tempo. In scena tre soli protagonisti: Edoardo (Paolo Marconi), figlio di
Saverio (Luca Barbareschi), che inaspettatamente si reca in visita da
Elisabetta (Lucrezia Lante della Rovere) ex amante del padre e nell’occasione
le comunica dell’avvenuta morte della madre e l’inconsistenza del suo rapporto
con il padre. Saverio ed Elisabetta rappresentano gli opposti: lui, uomo in
carriera e di successo concreto e quasi arrogante lei, docente soddisfatta
della propria esistenza pur vivendo in un fatiscente appartamento ed insegnando
in periferia. Nella stessa giornata, spinto probabilmente dal senso di colpa
nei confronti della moglie defunta, anche Saverio incontra Elisabetta e oltre
ad un breve quanto inutile ritorno di fiamma, l’importante è che si riacuirà in
maniera dirompente tutta la differenza sociale, politica, economica, d’età che da
sempre li ha visti contrapposti. Sicuramente si parla d’amore anche se stavolta
non riuscirà a far superare ogni ostacolo perché tante altre sono le tematiche
affrontate come il mondo della finanza, la spasmodica ricerca del successo e di
conseguenza del denaro ma si affrontano anche i temi della solidarietà e
dell’aiuto verso i più deboli.
Veramente
bravo Paolo Marconi che non sfigura minimamente nel suo ruolo di “narratore”
accanto a Luca Barbareschi e Lucrezia Lante della Rovere che è risaputo abbiano
fatto coppia anche nella vita e che, con tutta la bravura e il carisma che li
contraddistingue, da attori navigati duellano tra loro in una commedia carica
di dramma, intensità ed ironia in cui non assistiamo ad una semplice “guerra
introspettiva” uomo - donna, ma alla trasformazione di un fatto personale in
una diatriba politica in cui entrambi i protagonisti hanno le loro ragioni.
Il
testo di David Hare, che Barbareschi considera il più importante autore inglese
attuale, nel 1995 ha vinto il Laurence Olivier Award come miglior nuova opera
teatrale.