Le nozze di Figaro: un gradito ritorno a Livorno

di Gabriele Isetto


Le note de Le nozze di Figaro di Mozart hanno risuonato nella cornice del Teatro Goldoni di Livorno nel nuovo allestimento del Teatro Sociale di Rovigo in coproduzione con lo stesso teatro livornese, il Teatro Verdi di Pisa e il Teatro del Giglio di Lucca. La regia dello spettacolo è stata affidata al famoso regista veneziano Massimo Gasparon, che per l’occasione ha curato anche scenografia, costumi e luci.
Apparentemente questo titolo mozartiano, come tutti i capolavori del compositore austriaco, sembra un’opera di semplice eseguibilità ma non è così e anche il giovane e promettente direttore d’orchestra Jacopo Sipari di Pescasseroli, alla guida dell’Orchestra della Toscana, aveva ben iniziato ma poi purtroppo ha perso parte del suo smalto, probabilmente anche per la mancanza di un numero adeguato di prove, fatto che lo ha portato ad una eccessiva attenzione agli attacchi dei cantanti.


Chiara Mariani ha ben diretto l’eccellente performance del Coro Lirico Toscano che purtroppo è stato poco presente scena, dal momento che l’azione della complicata trama dell’opera comica è concentrata quasi esclusivamente sui personaggi principali.
Come sempre accade al Teatro Goldoni, i componenti del cast sono tutti giovani e tra loro hanno risaltato particolarmente, sia come vocalità che recitativamente, Salvatore Grigoli (il Conte), Marta Mari (la Contessa), Giulia De Blasis (Susanna), Nicola Ziccardi (Figaro) e Francesco Napoleoni (Basilio); più altalenante, tra momenti si ed altri meno riusciti, le prove di Irene Molinari (Cherubino), Alessandra Rossi (Marcellina), Davide Procaccini (Bartolo), Mauro Secci (Don Curzio), Gabriele D’Orazio (Antonio), Marina Salvini (Barbarina), Annarita Dallamarca (Prima donna) e Maria Luce Menichetti (Seconda donna).


Gradevole la messinscena con una scenografia semplice ed essenziale ma al contempo funzionale alla storia, in cui pochi arredi e oggetti richiamano il luogo dell’azione come ad esempio quattro cipressi in vaso nel quarto atto richiamano il giardino. Anche i costumi d’epoca, in cui predomina il bianco con contrasti di abiti oro, blu e rossi, hanno contribuito a rendere piacevole lo spettacolo.
Le nozze di Figaro, che mancava dalla città di Livorno da quasi due secoli e  precisamente dal 1823 quando fu rappresentato al Teatro degli Avvalorati, ha fatto ritorno in una piacevole edizione.

Le foto a corredo dell’articolo sono di ©Augusto Bizzi

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