I Due Foscari: Leo Muscato rende tutto il romanticismo di Verdi
di
Gabriele Isetto
Nella
magica cornice del Teatro Regio di Parma è in andato in scena, nell’ambito del
Festival Verdi 2019, I due Foscari
nel nuovo allestimento firmato dal regista Leo Muscato e prodotto dal teatro
parmigiano in coproduzione con il Teatro Comunale di Bologna.
Il
regista, con una lunga esperienza anche nel campo della prosa, per il tipo di
approccio che usa per realizzare una messinscena ha da subito sentito una
differenza tra l’ambientazione dell’opera collocata nel 1457 e la musica
verdiana che invece è molto più ottocentesca. Oltretutto, essendo questa tratta
dall’opera omonima di Byron, presenta dei personaggi soprattutto quello di
Jacopo Foscari figlio del Doge Francesco, come un classico esempio di eroe
romantico e proprio per questi motivi Muscato ha ritenuto opportuno spostare
l’azione tra la fine del 1700 e l’inizio del 1800. È stato indubbiamente
facilitato in questa traslazione temporale dal fatto che la tematica affrontata
e cioè l’opposizione tra la ragion di stato e il sentimento personale è sempre
attuale.
A
dirigere l’orchestra Filarmonica Arturo Toscanini il maestro Paolo Arrivabeni
che ha voluto evidenziare il colore musicale che il compositore aveva impresso
all’opera dando un ritmo serrato alle note di questo Verdi romantico rendendo
una convincente lettura.
Bravissimo
il coro guidato dal maestro Martino Faggiani che ha interpretato al meglio, restituendo
un tono di giusta cupezza vicino all’idea espressa da Bayron, il Consiglio dei
Dieci.
Eccellente
tutto il cast: Vladimir Stoyanov perfetto nel ruolo del vecchio Doge Francesco
Foscari sia da un punto di vista vocale con la sua voce possente ma limpida e
ariosa, sia come presenza scenica grazie ad una spiccata mimica; Stefan Pop ha dato
vita al personaggio di Jacopo Foscari in
modo convincente rendendone tutto il tormento e l’umanità; un bel timbro vocale
quello di Maria Katzarava (Lucrezia Contarini) che ha reso giustizia al
personaggio. Convincente anche il resto della compagnia: Giacomo Prestia
(Loredano), Francesco Marsiglia (Barbarigo), Erica Wenmeng Gu (Pisana), Vassily
Solodkyy (Fante) e Gianni De Angelis (Un servo).
Semplice
ma efficace la scenografia di Andrea Belli, composta da un impianto circolare
che cambia a seconda del luogo dove si svolge l’azione, con elementi scenici
che scendono dall’alto come ad esempio delle catene per la prigione dov’è
rinchiuso Jacopo e delle Bautte per il carnevale veneziano. Il tutto reso ancor
più suggestivo grazie al sapiente uso delle luci di Alessandro Verazzi.
Bellissimi
i costumi di Silvia Aymonino che ben rendono il salto temporale voluto dal
regista. Spiccano i costumi del Doge la cui cappa riporta a tempi più antichi e
quelli del Consiglio dei Dieci.