A Chorus Line: il teatro nel teatro
di Gabriele Isetto
Quando
ci si rapporta con A Chorus Line ci
troviamo di fronte alla storia del musical, tant’è che l’originale di Broadway
del 1975 fu etichettato come il “Re dei Musical” ed ebbe così tanto successo
che ne fu poi tratto un film di altrettanto successo con protagonista Michael
Duglas.
La
regista Chiara Noschese, rispettando l’originale, con l’aiuto delle coreografie
originali curate da Fabrizio Angelini ne propone una sua lettura che sarà in
scena al Teatro Nazionale di Milano fino al 14
aprile.
Questo
spettacolo è un classico esempio di metateatro con tanto di abbattimento della
quarta parete pirandelliana, cioè quel velo invisibile tra palcoscenico e
platea e infatti il personaggio di Zach, interpretato da un bravissimo
Salvatore Palombi, siede al tavolo di regia che è collocato in platea in mezzo
agli spettatori. Questa è una scelta azzeccata perché sul palcoscenico ci viene
proposto ciò che non vediamo mai recandoci a teatro, infatti si assiste a delle
audizioni e quindi a tutto ciò che contribuirà poi alla riuscita di uno
spettacolo. Ancor più interessante è il fatto che queste “audizioni” non
riguardino i personaggi principali ma i ballerini di fila, quindi coloro che
spesso sono un passo indietro e di ognuno di loro conosciamo la storia fatta di
sacrifici per poter raggiungere il proprio sogno.
Per
la tipologia dello script originale, in alcuni punti forse pecca di una certa
lentezza e staticità, ma questo non si può certo imputare alla Noschese, perché
è proprio parte dello spettacolo.
Tutto
il numeroso cast ha dato il meglio, e si vede il profondo lavoro fatto assieme
alla regista che ha voluto dare una tipicità ad ognuno di loro e per questo non
mi sento di preferire uno all’altro anche se, una menzione particolare la
merita Roberta Miolla nel ruolo di Cassie che con il suo ballo ha suscitato un grande applauso da parte del
pubblico. Ottimi tutti gli altri che elenco qui di seguito: Federico Colonnelli
(Larry), Giuseppe Verzicco (Al), Giorgio Camandona (Bobby), Samuele Cavallo
(Don), Giulio Benvenuti (Greg), Yuri Pascale Langer (Mark), Andrea Spata
(Mike), Riccardo Sinisi (Paul), Pierluigi Lima (Richie), Giulia Gerola (Bebe),
Claudia Mangini (Connie), Chiara Di Loreto (Diana), Margherita Toso (Judy),
Serena Olmi (Kristine), Gea Andreotti (Maggie), Floriana Monici (Sheila),
Martina Lunghi (Val), Federica Basso (Vicki), Ivana Mannone (Tricia), Noemi
Marta (Lois), Angelo Di Figlia (Frank), Ilario Castagnola (Roy) e Giuseppe
Galizia (Butch).
La
scenografia originale di Lele Moreschi è volutamente scarna perché nient’altro
è che una sala prove che però, in alcuni momenti, è improvvisamente arricchita
da un gioco di specchi che, grazie anche all’uso sapiente delle luci create da
Francesco Vignati, ci porta nella magia della danza con l’apoteosi della scena
finale dove tutto il cast si esibisce finalmente con gli sfavillanti costumi di
scena. Il sogno di ognuno si è realizzato e così viene salutato il pubblico che
ha risposto con calorosi applausi.
Le
foto di scena a corredo dell’articolo sono di ©LKV Photo Agency - Luca Vantusso