Successo per l’Otello di Giuseppe Verdi al Teatro del Giglio di Lucca
di Gabriele Isetto
Dopo
ben cinquantacinque anni torna al Teatro del Giglio di Lucca l’Otello di Giuseppe Verdi prodotto da
Ravenna Festival e che fa parte del progetto Trilogia d’autunno assieme al Nabucco e Rigoletto.
La
regia è stata curata da Cristina Mazzavillani Muti che ha puntato sull’estrema
essenzialità degli arredi scenici e sull’importanza del significato dei colori
bianco, rosso e nero. La scenografia di base è rappresentata da un’ampia
scalinata che viene arricchita soltanto dallo scanno di Otello nel terzo atto e
dal talamo nuziale nel quarto, mentre la tempesta iniziale è resa dall’ottimo
uso delle luci disegnate da Vincent Louguemare, che quasi “dipinge” un rapporto
tra luce ed ombra che può richiamare il
Caravaggio.
Come
detto fondamentale l’uso dei colori: dal nero cupo della scena, che esprime la
negazione di una vita futura, al rosso del mantello di Otello e sullo sfondo
della scena in cui Jago insinua il dubbio del tradimento nel Moro, a
simboleggiare l’ira funesta che si abbatterà su Desdemona che invece di bianco
vestita è sinonimo di purezza e di innocenza.
Per
quanto disadorna sia la scenografia, altrettanto sono ricchi i costumi ideati
da Alessandro Lai e realizzati dalla Tirelli Costumi di Roma e ancora una volta
non si smentisce la fama che accompagna questi due nomi ormai entrati nella
storia del costume.
L’Orchestra
Giovanile Luigi Cherubini, diretta da Nicola Paszkowski, ha superato un esame
non facile grazie anche al piglio deciso del Maestro che ha dato sia una lettura
asciutta e pressante sia una lettura morbida e leggera a seconda delle arie
affrontate.
Pregevole
la prova del Coro Lirico Marchigiano “Vincenzo Bellini” e buona anche quella del
Coro Voci Bianche Teatro del Giglio e Cappella Santa Cecilia di Lucca.
Grazie
alla sua presenza scenica e al suo timbro vocale, tra i cantanti colui che ha
risaltato maggiormente è stato Luca Micheletti (proveniente dal teatro di
prosa) nel ruolo di Jago che poi in realtà è il protagonista su cui si regge
tutto il dramma. Di pari qualità Elisa Balbo (Desdemona) che ha tenuto
vocalmente e ben ha reso sulla scena grazie anche alla sua giovane età che la
rende perfetta per il ruolo. Non del tutto convincente Mikheil Sheshaberidze
(Otello) migliore nelle parti che richiedevano timbrica squillante che non
nelle arie più intime. All’altezza del loro ruolo sia Giuseppe Tommaso
(Cassio), Antonella Carpenito (Emilia) e Giacomo Leone (Roderigo) che i
personaggi minori interpretati da Ion Stancu (Lodovico), Paolo Gatti (Montano)
e Andrea Pistolesi (araldo).
Questo
allestimento, grazie alla scelta registica e scenografica, ha permesso al pubblico di concentrarsi sull’essenzialità
del dramma proposto e ciò è stato apprezzato come dimostrato dai calorosi
applausi tributati nel finale.
Le
foto di scena a corredo dell’articolo sono di ©Zani-Casadio