I suoceri albanesi…atto secondo

di Gabriele Isetto


Tutto esaurito al Cinema Teatro 4 Mori di Livorno per il ritorno dei suoceri albanesi nella divertente commedia Bukurosh mio nipote scritta da Gianni Clementi, famoso drammaturgo contemporaneo, e diretta da Claudio Boccaccini.
Anche stavolta incontriamo gli stessi interpreti e di conseguenza gli stessi personaggi della prima pièce, di cui però si sono evolute le situazioni. Lucio (Francesco Pannofino)  è alle prese con la campagna elettorale, sua moglie Ginevra (Emanuela Rossi) è ancora alle prese con il suo ristorante che però incontra delle difficoltà, la figlia Camilla (Elisabetta Clementi) rientrata in Italia perché non vuole rinunciare alle “comodità” italiane come ad esempio il wi-f, Lushan (Filippo Laganà) il marito albanese che la segue di conseguenza assieme al fratello Igli (Maurizio Pepe); non mancano nemmeno Benedetta (Silvia Brogi), amica di Ginevra e il vicino di casa, il colonnello gay Corrado (Andrea Lolli), ancora alle prese con le sue tormentate storie d’amore.


Tutte queste situazioni suscitano a più riprese le risate del pubblico anche se i temi trattati sono molteplici e di stretta attualità, come ad esempio la diffidenza verso le diverse culture, il rapporto genitori-figli e la dipendenza dei giovani dai social che porta la giovane Camilla a basarsi più sull’esteriorità che non a pensare all’imminente maternità e quindi, al di là del divertimento, sono presenti anche spunti di riflessione. Saranno proprio l’arrivo del piccolo Bukurosh e le inaspettate doti di Camilla a riportare serenità in famiglia.
La commedia funziona bene grazie agli ottimi interpreti, fra cui si nota una grande sintonia rodata anche dal fatto dell’aver già recitato insieme nel primo capitolo I suoceri albanesi. Tra tutti meritano una menzione particolare Francesco Pannofino, con la sua simpatia e indubbia bravura, Emanuela Rossi brillante nella sua recitazione e Filippo Laganà giovane figlio d’arte di cui si intravedono buoni doti attoriali.
Purtroppo stavolta manca mordente alla trama rispetto a I suoceri albanesi, anzi forse manca proprio una trama, si assiste infatti più ad un assemblaggio di gags che non ad un evolversi della storia e solo la bravura degli attori riesce a rendere piacevole questa commedia che ha comunque  ottenuto lunghi applausi dalla platea gremita per l’occasione.

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