L’allegria di Stefano Vizioli nella sua Italiana in Algeri

di Gabriele Isetto


Per celebrare i 150 anni della morte del compositore Gioacchino Rossini il Teatro Verdi di Pisa ha messo in scena il dramma giocoso L’Italiana in Algeri. La regia di questo spettacolo, che chiude la stagione lirica 2017/2018 è stata affidata a Stefano Vizioli, nuovo direttore artistico per la stagione lirica del Teatro.
Il maestro Francesco Pasqualetti ha diretto in maniera eccellente l’Orchestra Archè, come dimostrato dagli applausi e dagli elogi dei loggionisti, che si sa, sono critici abbastanza severi. Tutti i cantanti si sono dimostrati adeguati al loro ruolo, e come affermato dal regista hanno dato vita ad un tutt’uno proprio perché quest’opera deve cercare di vincere attraverso un forte gioco di squadra.


Il giovane Lindoro (interpretato da un bravo e promettente Diego Godoy) è stato fatto schiavo da Mustafà, il Bey di Algeri (Alessandro Abis che regala al personaggio sia il canto sia la recitazione che la mimica giusta) e la sua fidanzata Isabella (Antonella Colaianni con un bellissimo timbro vocale) è partita dall'Italia per cercare di ritrovarlo. La accompagna Taddeo (un abile Nicola Ziccardi), un innamorato non giovanissimo che lei non prende minimamente in considerazione. Mustafà intanto, stanco della moglie Elvira (Giulia Della Peruta che si cala bene nel personaggio grazie anche alla sua presenza scenica), la vuol far sposare a Lindoro: è pefino disposto a dare la libertà al giovane purchè si portila donna in Italia. Mustafà invece vuole per sé un'italiana e comanda al suo capo corsaro Haly (interpretato dal simpatico Alex Martini) di procurargliela. Detto fatto: Haly cattura la nave di Isabella. Il Bey è pazzo dell'italiana ma Isabella, astuta e maliziosa, riesce a tenerlo sulla corda e la ragazza conferisce al Bey l'ordine del Pappataci. Durante una festa, mentre tutti si ubriacano, riesce a fuggire con Lindoro e Taddeo. Mustafà gabbato dalla ragazza, si dichiara guarito dalla passione per le italiane e riprende con sé Elvira.


Ugo Nespolo, celebre ed eclettico artista considerato oggi la più "alta autorità" patafisica italiana, le cui opere sono esposte in tutto il mondo,  si è cimentato nei più svariati campi. Tra le curisoità ha dipinto per la Giostra della Quintana, per il Palio di Sinea e realizzato nel 2003 la maglia rosa per il giro di Italia. Da tempo inserito nel mondo del teatro, ha più volte collaborato con Vizioli e per questo spettacolo ha curato sia le scenografie che i costumi, dando allegria all’ambiente grazie alla caleidoscopica fantasmagoria di colori utilizzati che vanno dal rosso al giallo al blu al verde, usando quindi colori caldi e freddi che si mescolano tra loro in tutte le tinte intermedie.
La scommessa del regista che ha affermato “deve assolutamente vincere il gioco di squadra” per far conoscere a Pisa quelle opere meno popolari di altre, è stata vinta, come dimostrato dai lunghi applausi del pubblico, proseguiti anche quando il sipario era ormai definitivamente chiuso e i cantanti tornati dietro le quinte.

Le immagini a corredo dell'articolo sono di ©Imaginarium Creative Studio 

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